Gabriele Zanella
Note all’edizione Hankey della Compilatio Chronologica di Riccobaldo
Abbreviazioni
AA Auctores antiquissimi
Agnell. Agnellus
qui et Andreas, Liber Pontificalis
Ecclesiae Ravennatis, edizione O. Holder-Egger,
MGH Scriptores rerum langobardicarum et italicarum sec. VI-IX, Hannover,
Hahn 1878, con riferimento a capitolo e riga.
Aug. Sancti
Aurelii Augustini De civitate Dei, Tournhout, Brepols 1955 (Corpus Christianorum,
Series latina 47-48)
Beda Bedae
De temporum ratione, edizione
Th. Mommsen, MGH AA 13, 3, Berlin,
Weidmann 1898, pp. 247-327, con rimando al capitolo
BT Bernardi Thesaurarii Liber de
acquisitione Terrae sanctae… RIS 7
Caes. BC C. Iulii
Caesaris Bellum civile,
edizione P. Fabre, Paris 19473
Chr.
Cas. Chronica
sancti Benedicti Casinensis, edizione G.
Waitz, MGH Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum sec. VI-IX, Hannover, Hahn 1878,
con riferimento a pagina e riga
Chr.
Mar. Chronicon
Marchiae Tarvisinae et Lombardiae (aa. 1207-1270), edizione
L. A. Botteghi, RIS2
8/3 (1914-16)
Chr. Rav. Chronica
de civitate Ravennae RIS I/2
Cic. De am. M. Tulli Ciceronis Laelius De amicitia, edizione R.
Combès, Paris 1971
Cic. De of. M. Tulli Ciceronis De officiis, edizione P. Fedeli, Milano, Mondadori 1965
Compendium Ricobaldi Ferrariensis Compendium Romanae Historiae, edizione
A. T. Hankey, Roma, Istituto
storico italiano per il Medio Evo 1984 (FISI 108)
Cr. Ven. Chronicon
pontificum et imperatorum ex cod. Veneto, edizione L. Bethmann, MGH
SS 24
DA «Deutsches
Archiv»
De locis Riccobaldo da Ferrara, De locis orbis, Introd., edizione e note di G.
Zanella Ferrara, Deputazione provinciale ferrarese di storia patria 1986
(Monumenti 10)
Einh. Einhardi
Vita Karoli Magni, edd. G. Waitz - H. Holder-Egger, MGH Scriptores
in usum scholarum, con rimando a
pagina e riga
FISI Fonti
per la storia d’Italia
Hier. Chr. S. Eusebii Hieronymi Interpretatio Chronicae Eusebii Pamphili, PL 27, con rimando, se non altrimenti indicato,
agli anni da Abramo
Hier.
Prologus Galeatus Bibliorum
Sacrorum latinae versiones antiquae…,
cur. D. Petri Sabatier…, Remis,
Apud Reginaldum Florentain 1743 (= Turnhout, Brepols 1976)
Hier. VI Gerolamo, Gli uomini illustri. De Viris Illustribus, a c.
di A. Cersa-Gastaldo, Firenze,
Nardini 1988 (Biblioteca patristica 12)
Iac. a Vor. LA Iacopo da Varazze, Legenda Aurea, edizione
G. P. Maggioni, Firenze, SISMEL
1998 (Millennio medievale 6, Testi 3), con rimando a pagina e paragrafo
IMU «Italia
medioevale e umanistica»
Is. Chr. Isidori Iunioris episcopi Hispalensis Chronica, edizione
Th. Mommsen, MGH AA 11, Berlin, Weidmann 1894 (= 1961), pp.
424-81
Is. De obitu Sancti Isidori
Hispalensis Episcopi De ortu et obitu Patrum, PL 83
Iust. L.
M. Iuniani Iustini Epitoma
historiarum Philippicarum…, edizione
O. Seel, Stuttgart 1972
Liv. Titus
Livius, Ab Urbe condita, edd. R. S.
Conway - C. F. Walters - S. K. Johnson - A. H. McDonald, Oxford,
Clarendon 1914-65 (Scriptores classicorum bibliotheca oxoniensis)
Martin. Martini
Oppaviensis Chronicon Pontificum et
Imperatorum, edizione L.
Weiland, MGH SS. 22,
Hannover 1872 (=Stuttgart-New York, Hiersemann - Kraus Reprint 1963) con
rimando a pagina e riga
MGH Monumenta Germaniae historica
Or. Orosio,
Le Storie contro i pagani, a
cura di A. Lippold, Verona,
Fondazione Lorenzo Valla - Arnoldo Mondadori editore 1976, che riproduce
sostanzialmente l’edizione Zangemeister con qualche miglioramento
Papias Papias Vocabulista, Venetiis,
Philippus de Pincis Mantuanus 1496 (=Torino, Bottega d’Erasmo 1966), ad
vocem
Parva Riccobaldo da
Ferrara, Chronica parva Ferrariensis, Introd.,
edizione e note di G. Zanella, Ferrara,
Deputazione provinciale ferrarese di storia patria 1983 (Monumenti 9), con
rimando alle righe
Passio
Ursicini Passio
Sancti Ursicini Martyris, RIS I/2
PC Petri Comestoris Historia Scholastica, PL
198, coll. 1054-722
PD HL Pauli Historia Langobardorum, edd.
L. Bethmann - G. Waitz, MGH Scriptores
rerum langobardicarum et italicarum sec. VI-IX, Hannover, Hahn 1878
PD
HR Pauli Diaconi Historia Romana, edizione A. Crivellucci, Roma, Istituto storico
italiano 1914 (FISI 51)
PL Patrologiae
latinae cursus completus
Pomerium Riccobaldo da Ferrara, Pomerium Ravennatis ecclesie, edizione
G. Zanella, pubblicato su Internet
l’8 gennaio 2001 all’indirizzo spfm.unipv.it/zanella/Pomerium/Pomerium.html, e
contemporaneamente su CD-Rom, Cremona, Dipartimento di scienze musicologiche e
paleografico-filologiche 2000
Plin. C. Plinius
Secundus, Naturalis
Historiae, cur. F. Semi,
Pisa, Giardini 1977
Prosp. Prosperi
Tironis Epitoma Chronicon, edizione
Th. Mommsen, MGH AA 9, 1, Berlin,
Weidmann 1892, pp. 385-485
Rigor. Rigordus, Gesta Philippi Augusti, “Recueil
des Historiens des Gaules et de la Françe” 17, Paris, Palmé 1878 (rist. anast.
ridotta Gregg 1968), pp. 1-62
RIS Rerum Italicarum Scriptores
Ruf. Eusebii Ecclesiastica Historia, edizione
Th. Mommsen, in Eusebius, Werke, Bd. II, Die Kirchengeschichte, Leipzig, Hinrichs 1903-08 (Griechischen Christlichen
Schriftsteller 91-2)
Sen.
Ad Helv. Lucio Anneo Seneca, I dialoghi, a c. di G. Viansino,
Milano, Mondadori 1988-90
Sen.
De clem. Ibid.
Sen.
De ira Ibid.
SM «Studi
medievali»
So. C.
I. Solini Collectanea rerum
memorabilium, edizione Th.
Mommsen, edizione altera, Berolini, Weidmann 1957
SS Scriptores
Tertull.
Apolog. Tertullianus, Apologeticum, edizione P. Frassinetti,
Torino 1965 (Corpus Paravianum)
Turp. Historia Karoli Magni et Rotholandi ou Chronique du
Pseuo-Turpin, edizione C.
Meredith-Jones, Paris, Droz 1936
Ughelli F.
Ughelli, Italia sacra sive de
spiscopis Italiae, seconda edizione
a c. di N. Coleti, II, Venetiis MDCCXVII, coll. 519-26
Val.
Max. Valeri
Maximi Factorum et dictorum
memorabilium, edizione C. Kempf,
Leipzig 1888 (= Stuttgart 1966)
Veg. Flavi
Vegeti Renati Epitoma rei militaris, edizione C.
Lang, Stuttgart, Teubner 1967 (=1885)
Vita Anselmi Vita
Anselmi abbatis nonantulani, edizione G.
Waitz, MGH Scriptores rerum langobardicarum et italicarum sec. VI-IX Hannover, Hahn 1878,
con riferimento a
pagina e riga
Vita Apollinaris Vita
beati Apollinaris Martyris, RIS I/2, coll. 529-33
Vita Vitalis Vita
beati Vitalis Martyris, RIS I/2, coll. 559-60
Finalmente
disponiamo di una edizione critica della cosiddetta Compilatio chronologica di Riccobaldo da Ferrara [1]. I
criteri di edizione e la coerenza nella loro applicazione, il numero stesso dei
mss. scelti a base dell’edizione, la disposizione della materia (in
particolarissimo modo sul duplice apparato di varianti, sui rapporti tra
quest’opera e il Pomerium e le Historie, che l’hanno preceduta, e
quelle che l’hanno seguita, De locis e Compendium, sulla personalità di scrittore di storia dell’autore, e
infine sui dati offerti, sul loro valore documentario e “ideologico”) inducono
a una serie di riflessioni aperte a una critica costruttiva. Ci limiteremo in questa sede a
prendere in esame quello che è certamente uno degli aspetti di maggiore
interesse per Riccobaldo,
e per il periodo, a cavallo del fatidico 1300, nell’orizzonte storico-culturale
dell’Italia settentrionale: la questione delle fonti, e dell’itinerario di
acquisizione progressiva di opere storiografiche e geografiche, morali e
variamente enciclopediche di Riccobaldo, sotto questo aspetto uno dei
protagonisti di primissimo piano di quel “preumanesimo” che preparò la semina
di Petrarca e Boccaccio e della nutritissima schiera dei loro amici e
familiari. Rimanderemo il resto ad altra occasione.
La
prima cosa notevole è che, diversamente dal Pomerium e dal De locis, il prologo non fa alcun cenno circa le fonti utilizzate, nemmeno le
più corpose. L’unico libro citato è il Chronicon di Girolamo, da cui - bisogna intendere - R. è ancora
indelebilmente segnato.
“Riccobaldo
a Ravenna” è capitolo pregiudiziale e fondamentale, e quindi varrà la pena
riprendere quanto ho già notato nella mia edizione del Pomerium [2].
Quando, bandito, lasciata, non per mio volere, la
dolcezza del suolo natale, risiedevo a Ravenna, e frequentavo assiduamente, in
pubblico ed in privato, i canonici della cattedrale, una volta, spinto da una
non superficiale curiosità, mi misi a cercare con intensità nell’archivio di
quella Chiesa i libri delle Divine Scritture, per trovarvi una decorosa
distrazione. Mentre scorrevo un gruppo di logori volumi, me ne capitò uno fra
le mani particolarmente antico e malridotto, dall’aspetto singolare, con una
successione di nomi e di fatti mai vista prima, con le iniziali variopinte. Il
titolo era: Chronica B. Hieronymi. Estrarre
quanto rivelava dei tempi antichi appariva problematico quanto proficuo. Era
tratto dai libri di Eusebio, e nessuno l’aveva da lungo tempo adoperato: la
pergamena del libro era in putrefazione. Lo aprii e vi ficcai lo sguardo:
conteneva le vicende di molti avvenimenti e personaggi famosi, dalla nascita di
Abramo fino al periodo dell’imperatore Onorio. Mi dolsi che un’opera tanto
preziosa fosse ignota e perduta per i colti, come un tesoro sepolto. Decisi per
il bene della cultura di mettere ordinatamente in successione i fatti della
cronaca, in modo che fossero comprensibili, contenendoli in una misura ridotta.
Molto, che giudicai di scarsa importanza, lasciai perdere; altro, degno di
esser conosciuto, registrai in maniera abbreviata, e poiché non si trovava
nulla di successivo al tempo dell’imperatore Onorio, traendo da altre cronache
e storie, molto aggiunsi ed inserii, fino al tempo di Enrico imperatore, quando
espugnò, dopo averla assediata, Brescia, vale a dire al 1312.
Se qui di seguito il lettore troverà qualche errore
non si meravigli, visto che le copie per lo più in miserevoli condizioni che ho
adoperato sono piene degli errori dei copisti; se anch’io ho sbagliato chiedo
perdono: inconsapevole dell’errore, avevo intenzioni oneste [3].
Così, nel 1313, o poco dopo, R. ricordava
con emozione nel prologo alla sua Compilatio chronologica la prima occasione di incontro con libri antichi, e
con la storia, a Ravenna. Nel 1297, presentando il suo Pomerium Ravennatis
ecclesie aveva dato altri
particolari:
Non sono in grado di resistere alla tua insistenza,
venerando padre Michele, arcidiacono della santa chiesa ravennate, che mi
spingi non a soddisfare un tuo desiderio, ma ad adattare per coloro che sono di
piuttosto scarsa cultura [4]
la cronaca del beato Girolamo, opera che giaceva ignorata e malmessa
nell’archivio della chiesa ravennate, sia perché composta in maniera
complicata, sia perché ogni minuscola riga di quella antichissima scrittura
sembrava contenere una orazione, e ad inserire nel tessuto di quella cronaca
qualche cosa d’altro degno di ricordo, che diverta i lettori con amenità e cose
serie.
Ancora mi vai convincendo che vale la pena che noi
moderni, tanto gratificati dagli antichi di molteplici doni, trasmettiamo ai
posteri qualche cosa di utile, dal momento che è a spese ed a fatica dei nostri
predecessori che noi godiamo di mura cittadine, basiliche, palazzi pubblici,
canali, piantagioni, testi delle arti liberali. Obbedisco, per dir così, alla tua
ingiunzione.
Tuttavia il modo in cui era presentata la materia in
quel codice era di non facile comprensione, ed appariva macchinoso trasferirla
sulle pagine di un libro moderno, per cui decisi di mutare l’ordine di
presentazione, tralasciando molte cose inutili, inserendo materiale di
interesse ricavato da altre opere di storia, in modo che il lavoro fornisse
nuovo fiore e frutto alla mente del lettore.
Mi sono comportato come colui che seminò dopo aver
scelto il meglio fra molti giardini; se vuoi sapere poi da quali giardini ho
fatto la mia scelta, ti dico da quelli di uomini valorosi, Gerolamo, Prospero,
Mileto, Isidoro, Eutropio, Paolo Diacono, Ruffino, Pietro Trecense, Paolo
Orosio e Tito Livio patavino, dei quali grande è la fama.
Certo né mi vergogno di essermi impegnato in tale
lavoro, visto che tanto valorosi personaggi, guida dell’umanità, hanno atteso a
quella fatica, né tremo davanti al compito, nel momento in cui cedo alla tua
insistenza, visto che l’ho inteso come obbligo, e mi diverto scrivendo, e
divengo più esperto per le necessità dell’esistenza, riflettendo sulle vicende
di chi ci ha preceduto.
Dice giustamente l’Apostolo: «Tutto ciò che è stato
scritto, a nostra istruzione è stato scritto». E Catone maestro di moralità:
«Impara dai casi di molti gli esempi da seguire e quelli da evitare: la vita è
per noi una strana maestra». Tieni presente anche Cicerone: «Gli sprovveduti
che su di un argomento non sono in grado di ricordare casi esemplari del
passato facilissimamente sono vittima dell’inganno, mentre coloro che conoscono
le vicende capitate ad altri facilmente valutando quei fatti passati possono
provvedere ai propri bisogni presenti». Giusto questo scopo, per merito tuo, è
pienamente raggiunto, come dice il poeta, unendo l’utile al dilettevole.
Quindi se trovi un qualche cosa steso elegantemente
sappi che non viene dalla mia creatività; se incappi in qualche espressione
rozza invece considerala mia, e non c’è ragione di meraviglia del mio stile
banale: la vena naturale è tenue, ed i molteplici impegni di lavoro mi hanno
impedito di affrontare vigorosamente il dovere che mi stava di fronte, ed ho
concluso con lo scrivere in maniera quasi casuale e del tutto frettolosa.
Per essere pienamente padrone del complesso di questo
tuo lavoro devi sapere che è distribuito in sei parti.
Così la prima va dai tempi di Adamo, quindi dal
diluvio avvenuto durante la vita di Noé fino alla nascita di Abramo, ed infine
riporta sinotticamente il seguito dei regni e dei re.
La seconda narra le varie vicende dalla nascita di
Abramo fino alla fondazione di Roma.
La terza ripercorre la storia dalla fondazione di
Roma alla nascita di Cristo, con l’inserimento di brevi notizie tratte da altre
fonti.
La quarta riguarda la storia degli imperatori romani,
con l’aggiunta di altro degno di attenzione.
La quinta descrive le province del mondo, poiché la
considero di notevole utilità per i lettori che vogliano rendersi conto
esattamente delle vicende di cui si narra.
La sesta espone la successione cronologica dei
pontefici romani, mostrando quanto di notevole fatto da ciascuno, preceduta
dall’elenco dei luoghi in cui riposano i padri tanto del Nuovo quanto del Vecchio Testamento, e da ultimo fornisce il catalogo dei vescovi di
quattro chiese famose: Antiochia, Gerusalemme, Alessandria, Ravenna.
Non si parla dei vescovi di Costantinopoli, perché,
per quanto grandemente esaltata ai tempi di Costantino, precedentemente era
stata priva del primato goduto dalle altre chiese [5].
Dunque il punto di partenza fu per R. il
ritrovamento casuale di un esemplare della cronaca di Girolamo. Guglielmo
Cavallo, dopo aver affacciato l’ipotesi che quel codice fosse sopravvissuto,
forse il Bodl. Auct. T. II 26 di Oxford ff. 33-145, in onciale, non anteriore
alla metà del sec. V [6], ha poi considerato quella possibilità con
scetticismo [7]. Di fatto il codice di Girolamo non era già più a
Ravenna nel secolo XVI [8].
Rimane indubbio
l’utilizzo intensissimo che il ferrarese fece di quel volume, sia come fonte
privilegiata sia come modello. L’impianto del Pomerium segue infatti costantemente, naturalmente fin dove
arriva, il Chronicon di Girolamo.
La Hankey, che ha dedicato un’appendice proprio a R. a Ravenna [9], sostiene che le liste di regni e re della prima
parte del Pomerium, che R.
afferma di trarre dalla cronaca di Girolamo, sono però illustrate le une di
seguito alle altre, regno per regno, e con la durata del regno di ciascuno a
segnarne la scansione, mentre in Girolamo le liste si ricavano solo da colonne
sinottiche [10]. La Hankey ha presente il testo del Chronicon edito da R. Helm [11]; ma se si considera invece quello, certo
criticamente più insicuro, ma al nostro scopo paradossalmente perspicuo, della Patrologia
latina [12], ecco che le liste di R. trovano la loro fonte
perfetta.
Sicuramente anche altro materiale nella
biblioteca-archivio dei canonici ravennati R. trovò e utilizzò [13]. Lo stesso consiglio dell’arcidiacono Michele sembra
indicare al notaio ferrarese la possibilità di attingere comodamente ad altre
fonti storiche. Però quel fondo non esauriva tutto il bagaglio di libri di cui
nel corso della sua esistenza fino ad allora R. si era provveduto. Di Prospero,
ad esempio - largamente usato nel Pomerium dopo Girolamo -, ci rivela esplicitamente [14], molto e spesso aveva letto a Nonantola. La cronaca
diffusissima di Martin Polono si trova citata anche nella cronaca episcopale
ravennate continuata da Paolo Scordilla, e quindi a Ravenna era nota ed
adoperata; è probabile che sia finita nelle mani anche di R. Ma dove e come si
fosse provveduto degli altri libri citati nel prologo al Pomerium nulla sappiamo.
Non solo la conoscenza dei grandi testi
di storia ecclesiastica ed universale mise a frutto R. L’ambiente della chiesa
ravennate aveva prodotto anche opere di interesse spiccatamente locale, come la
cronaca pontificale di Agnello, che il notaio ferrarese adoperò a più riprese,
anche se non in maniera massiccia, intento com’era ad utilizzare il materiale
di interesse più generale.
Volgiamo la nostra attenzione prima di
tutto ad una anonima cronaca pontificale locale. Così ne scrive Giampaolo Ropa
Nel 1296 fu redatta, o finita di stendere, la […] Chronica
episcopale, che avrà un seguito agli
inizi del Quattrocento per opera del canonico ravennate Paolo Scordilla. […]
l’opera è in realtà molto composita. […] Negli anni 1297-1300 soggiornò a
Ravenna il fuoruscito ferrarese Riccobaldo […] Il sesto libro dell’opera
riccobaldiana presenta un Catalogo dei vescovi e arcivescovi ravennati
aggiornato fino ad Obizzo Sanvitale. Quali siano i rapporti del Catalogo con la
Chronica episcopale è un quesito
che chiaramente supera la problematica riccobaldiana. […] Può il Catalogo
riccobaldiano ravvivare un po’ la compassata pagina testimoniale? Il confronto
tra Chronica e Catalogo rivela
parentele strettissime. La prima esaurisce quasi completamente l’orizzonte
informativo del secondo, che tranne poche eccezioni appare ad essa legato nei
concetti e finanche nell’espressione. Minore in Riccobaldo è l’interesse
liturgico: presuli evocati nella Chronica per merito di invenzioni, traslazioni e altro recedono presso di lui
alla semplice menzione elencativa, e così si diradano date e riferimenti
cultuali. Che il fuoruscito ferrarese abbia contribuito alla stesura della Chronica non possiamo affermarlo, mentre balza evidente la
sua dipendenza da quel testo. Forse Riccobaldo accedette all’ambiente
dell’Ursiana quando certi progetti erano già stati realizzati. Coinvolto, per
invito dell’arcidiacono Michele, egli trovò desto l’interesse antiquario. La
stessa Chronica, non chiusa
all’ambiente ecclesiastico, ma attenta a fatti e personaggi della storia
generale, poté stimolarlo [15].
L’ipotesi che R. fosse intervenuto nella
redazione della Chronica era già
stata affacciata da Augusto Vasina [16], ed è stata accolta dalla Hankey, che l’ha intesa
addirittura come una specie di lavoro preparatorio al Pomerium [17].
Un confronto puntuale rivela come
sostanzialmente esatta la valutazione di Ropa, ma offre qualche ulteriore
motivo di riflessione. In più di un punto il Pomerium spiega o interpreta il testo della Chronica. Ad esempio, nella vita di Eleucadio (Pomerium VI, 5,
3), il «cuius doctrina floret officio Sancta Ravennensis mater ecclesia» della Chronica è reso da R.: «Hic cantum edidit ecclesie
Ravennatis» [18]; di Severo dodicesimo vescovo la Chronica ricorda la sepoltura a Classe, e R. precisa (12):
nella chiesa che porta il suo nome; nella vita di Orso la Chronica menziona la chiesa intitolata «Anastasis», e R.
aggiunge (17): «id est ‘Sancta Resurrectio’»; Pietro, ventiduesimo vescovo,
nella Chronica «Chrysologus
dictus», è nel Pomerium (22)
«dictus ‘Ravennas os aureum’». Se R. trascura l’indicazione di anno e le date
obituarie, come esattamente notato da Ropa, non rare sono le aggiunte del Pomerium.
Chronica
col.
189 Liberius XVI vir
sanctus, lactifluam habens eloquentiam. Suo tempore occisus est Valentinianus
Augustus, et multi vulnerati. Sepultus est in monasterio Sancti Pullionis,
III Kal. Januarii celebratur. |
Pomerium 16 Liberius
Tertius, eloquens predicator in civitate Ravenn |
202 Maurus XXXV, qui
excommunicavit Papam. |
35 Maurus.
Hic excommunicatus a papa eum etiam excommunicavit. |
Ma la differenza più vistosa, e fino ad
oggi non notata, è l’omissione nel Pomerium di ben undici vescovi, dieci dei quali saltati in
blocco: R. va da Giovanni Settimo, quarantacinquesimo arcivescovo, a Costantino
(per lui dunque quarantaseiesimo), mentre la Chronica elenca tra l’uno e l’altro altri dieci presuli. La
copia da cui deriva R. forse era difettosa, o si tratta di una distrazione
dello stesso ferrarese? Che sia colpa di un copista è difficile credere,
soprattutto perché giunto al cinquantanovesimo (per la Chronica) vescovo, un Giovanni «XI», R. scrive coerentemente
per lui «Octavus». Più avanti il Pomerium salta ancora Himfrido, sessantasettesimo (per la Chronica) presule.
La Chronica ravennate appare quindi evidentemente già formata [19] ed utilizzata dal nostro, e va completamente
abbandonata l’ipotesi opposta, che egli stesso ne sia stato l’autore. In più va
notato che questa cronichetta accompagnava il libro di Agnello, insieme ad una
serie di altri scritti relativi ai primi eroi della storia cristiana ravennate,
così come è nel codice estense utilizzato dal Muratori, scritti che ugualmente
R. ebbe come fonti privilegiate. Anzi solo quelli utilizzò per la storia di
Ravenna, se si esclude quanto in proposito poteva trarre dalle opere narrative
di impianto più generale, come quelle di Girolamo, Prospero, Eutropio, Paolo
Diacono, Iacobo da Varagine. In I, 35 ricordò la nascita della città traendo dalla cronaca attribuita a
Rinaldo da Concorrezzo, che indicheremo come Chr. Rav., la quale, esattamente come quella pontificale, già
si trovava formata quando R. l’adoperò, e che fu proseguita con l’aggiunta di
notizie successive al 1295 (inizio dell’arcivescovato di Obizzo) fino al 1346;
in IV, 5, 29 ricordò i martiri
Ursicino e Vitale, traendo dalle passioni relative, che erano ugualmente nel corpus che affiancava il libro di Agnello; in 6, 23 menzionò il martirio di Apollinare, traendo da
Agnello, ed al successivo 25 ricordò Ruffo, traendo dalla vita di Apollinare [20]; in 39,
4 trasse dalla Chr. Rav. la
notizia di Graziano che si associa all’impero Teodosio; in 41, 8 dalla stessa fonte per la costruzione della
chiesa ravennate di San Lorenzo, ed al successivo 14 qualche altra notizia
relativa a Galla Placidia, così come in 43, 22, 29-30 e 32, mentre in 33 tornò ad adoperare Agnello; in 44, 1-2 trasse dalla Chr. Rav. materiale relativo a Teodosio II; in 45, 12 la fonte del racconto di Attila a Ravenna è
Agnello; in 49, 7 approfitta
della Chr. Rav. per il regno di
Teodorico, e qualche altra notizia riversa in 98, 6, 35-36; 99, 5, 7, 9, 11.
Attenzione
per Ravenna tutto sommato modesta, dunque, nonostante il titolo, la dedica ed
il catalogo finale. In realtà l’orizzonte di R. è molto più ampio, senza limiti
nei limiti delle sue letture, cronologicamente e spazialmente [21]. Sono le fonti a fargli via via restringere il campo
visivo prima all’Italia, poi alla Lombardia, in senso latissimo come si
intendeva allora, alla Marca Trevigiana, alla Romagna, con excursus su fatti di rilevanza mondiale dell’impero e papato.
Già il punto di partenza, Girolamo, lo aveva per dir così condizionato: se
voleva mantenere sostanziale coerenza con la scelta iniziale doveva continuare
a guardare dall’alto. Storia eminentemente ecclesiastica dapprima, ma poi
storia eminentemente civile. Quella gloriosa di Roma passata, innanzi tutto. Dispone
di un concentrato, quello di Eutropio, che usa a fondo. L’opera gli è nota con
il titolo di Historia Romana
nella normale versione di Paolo Diacono [22], e R. sa ben distinguere l’apporto dei due [23]. Di altro ancora non dispone: al tempo del Pomerium, ed ancora quando aggiunge e corregge, vale a dire
fino al 1303, R. non ha raggiunto Pompeo Trogo. In II, 14, 1 ne storpia il nome, desumendolo da Orosio, in
«Grophus» (i copisti più avvertiti di e e Vall2
correggono in : «Trogho» e : «Trogo»). Non possiede ancora Giustino. Ma Livio
sì. Tutto Livio, anche la IV decade, ma non ne approfitta. Ora, che non posso
più incorrere nell’ira di Giuseppe Billanovich, oso dire che sono fermamente
convinto che sia stato proprio R. a portare il Livio pomposiano a Padova, ed a
mettere a parte del tesoro chi ne avrebbe fatto un uso più massiccio e nuovo.
Non ci si deve stupire se il ferrarese non ha riversato nelle sue opere
storiche tutti libri che si era guadagnato: basti pensare al Vat. lat. 3834,
contenente una serie di opere minori di Agostino, che Campana ci ha detto
essergli appartenuto [24]: non se vede la più piccola traccia in alcuno dei
suoi lavori. Non tutto sentiva la necessità di ripetere, ma solo quello che
egli riteneva utile per le finalità del singolo lavoro che volta a volta
componeva.
Delle altre fonti adoperate da
Riccobaldo, come e dove se le sia procurate, non sappiamo nulla. Alcune erano
talmente diffuse da rendere quasi irrilevante la questione del loro
reperimento; è il caso di Pietro Comestore, Martin Polono, e della Legenda
aurea di Iacobo da Varagine. Di
quest’ultima pare però che avesse presente per intero solo la vita di san
Pelagio, per quanto è possibile traesse qua e là casualmente
dall’abbondantissimo materiale lì offerto.
Non ci risulta ancora nulla delle letture
e delle sue eventuali scoperte a Reggio, dove sappiamo per certo era nel 1290 [25]. Se per Prospero sappiamo, dalla
stessa bocca del ferrarese, che lo vide e studiò a Nonantola, scorrendo i
cataloghi dei libri dell’abbazia ci assicuriamo che lì erano almeno alcune
delle fonti del Pomerium. Accanto
a Prospero [26] troviamo infatti Orosio [27], Papia [28]. C’erano moltissime opere di Girolamo, ma non il Chronicon, il che rende ragione dell’emozione suscitata dal
suo rinvenimento in Ravenna; non c’era il De consolatione di Boezio, ma c’era Eutropio [29], non c’era l’Historia Langobardorum di Paolo Diacono, ma c’era Rufino [30], e naturalmente la Vita di S. Anselmo [31]. Per Nonantola ricordiamo che il codice nonantolano
della Vita Anselmi, del secolo
XI, ora disperso, conteneva anche: il catalogo degli abati nonantolani, due
epistole di Gregorio Magno ed una di papa Sergio a Leopardo abbate, la vita e
traslazione di san Silvestro, un privilegio di Costantino alla chiesa romana,
una vita ed epistole di Adriano I, e poi, in un altro quaterno di mano del
secolo XIII, «Cosme mirifico sapientum dogmate pleno monachichus cetus
Silvestri corpore fretus, quo Passio s. Theopompi et Thomae continetur; duo
quaterniones manu s. XII inc. continent Translationem ss. mart. Theopompi et
Synesii, post a. 1062 scriptam»; un’altra redazione della vita e lettere di
Adriano I ed infine, di altra mano del sec. XI in uno spazio lasciato vuoto, De
obedientia et honore et humilitate quam rex Pipinus Stephano pape exhibuit. Ai corpi di Senesio e Teopompo conservati a Nonantola
fa esplicito riferimento R. in IV, 66, 4. Infine nel Sessoriano 63 è un elenco di papi fino a Pasquale II [32].
Altre fonti sono decisamente inconsuete:
il francese Rigord, Solino. La cronichetta di Isidoro Iuniore era ben nota. La
Hankey dice [33] che il “Mileto” di R. «seems a slightly different
copy of Isidore Iunior’s chronicle», e cita come prova il passo di IV, 33:
«Tradit Miletus in cathalogo suo augustorum quod hic ultimis vite diebus ab
Eusebio episcopo Nicomedie baptizatus in arrianum dogma delapsus est», che
deriva da Is. Chr. 334: «Constantinus autem in extremo vitae suae ab
Eusebio Nicomediensi episcopo baptizatus in Arrianum dogma convertitur [var.
(334a) lapsus est]». Francamente
non vedo come si possa pensare ad una «slightly different copy». Non diffusissimo era invece il De
ortu et obitu Patrum di Isidoro [34]. Forse ha qualche cosa di Giustino. Certo ha già l’Adversus
Iovinianum di Girolamo, che l’Hankey
ritiene una conquista del tempo delle Historie [35], come l’Historia Langobardorum [36]. Non usa nel Pomerium, ma sicuramente già possiede, l’Anonimo geografo
Ravennate, che poteva trovare solo a Ravenna, ma che metterà a frutto solo nel
tardo De locis.
E già possiede materiale di provenienza
padovana, il cosiddetto Chronicon Marchiae Tarvisinae et Lombardiae che un ignoto chierico (di Santa Giustina?) ha
appena finito di comporre, e lo copia in lungo ed in largo, come ho già
illustrato [37], ma non certo acriticamente.
Conosce
ancora l’Ars Poetica, Carmina e Satirae di Orazio; Lucano; di Cicerone Ad Herennium, De Officiis, De
Divinatione, Laelius, Pro Deiotaro, Pro Ligario, Pro Marcello; di
Seneca usa i dialoghi De ira, De consolatione, Ad
Helviam; la Storia naturale di Plinio; conosce il De civitate Dei di Agostino; il De Viris Illustribus di Girolamo; i Disticha Catonis; Claudiano;
lo Pseudo Turpino, Bernardo Tesoriere.
Ed al
tempo della Compilatio? Passiamo
in rassegna l’edizione.
Prologo
p. 1
r. 3: genialis relegato in
apparato, è preferibile in quanto lectio difficilior, come mi confortava per lettera Giuseppe
Billanovich, a genitalis del
testo; fra l’altro, in questo caso l’edizione si distacca dal criterio
annunciato (p. XXXVI) di preferire normalmente la lezione di F.
De
septem etatibus mundi
Ripete
in maniera ridotta Pomerium I, 1. L’unica fonte indicata dall’edizione per il primo
paragrafo è la cronaca di Girolamo, che Hankey adopera nell’edizione di J. K. Fotheringham,
London 1923. Come già detto nell’Introduzione alla mia edizione crit. del Pomerium (testo compreso tra le note 83-86) ci si deve rifare
all’edizione della Patrologia
invece che alle edizioni moderne. Qui la successione delle fonti è: Is. Chr. 2a; Hier. Chr. col.57; Is.
Chr. 18a-19; Hier. Chr. col. 57; Is.
Chr. 33a; Hier. Chr.
col. 58; Is. Chr. 106a; Hier. Chr.
col. 58; Is. Chr. 166a; Hier. Chr. col. 59; Hier. Chr. 1496; Is.
Chr. 237a; Hier. Chr. col. 59; Hier.
Chr. 2044 (dove si ricorda
esplicitamente il battesimo di Cristo, per cui «baptismum seu» non va tra
parentesi angolari); Aug. XXII,
30.
Per il
secondo paragrafo l’edizione rimanda ad Agostino e Girolamo. La successione
delle fonti è: Aug. XXII, 30 (ma
allora «septima etas Sabbato comparatur» di R. è tratto dal «septima erit
sabbatum nostrum» di Agostino, e non va tra parentesi angolari); PC Ev. V («De nativitate Salvatoris... fluxerant quidem ab
Adam anni quinque milleni centum nonaginta sex, alii nonaginta novem», con R.
che sceglie la seconda cifra). Alle altre cifre R. arriva con calcoli suoi,
così come aveva fatto nel Pomerium
(I, 1): sottraendo agli anni già
stabiliti trascorsi tra Adamo e la nascita di Cristo (5199) gli anni passati
tra la creazione del mondo e il diluvio (2242) di cui ha detto nel precedente
paragrafo, ottiene gli anni tra diluvio e nascita di Cristo (2957); gli anni da
Abramo a Cristo li trova in Hier. Chr. 2015; sottraendo agli anni da Abramo a Cristo (2015)
quelli già stabiliti nel paragrafo precedente da Abramo all’esodo (505) ottiene
gli anni dall’esodo alla nascita di Cristo (1510); sottraendo agli anni da
Abramo a Cristo (2015) quelli già stabiliti nel paragrafo precedente da Abramo
all’esodo (505) e quelli dall’esodo alla costruzione del tempio di Salomone
(479) ottiene gli anni tra la costruzione del tempio e la nascita di Cristo
(1031): ora nel Pomerium (I, 1, 11) è un errore comprensibile come semplice refuso
(1032), ma qui l’edizione sceglie inaccettabilmente la lezione - prevalente
numericamente - «mille trecenti unus» contro l’attestata in CKH «MXXXI»;
sottraendo agli anni da Abramo a Cristo (2015) quelli da Abramo all’esodo
(505), quelli dall’esodo alla costrizione del tempio di Salomone (479) e quelli
tra il primo ed il secondo tempio (512) ottiene gli anni tra la il secondo
tempio e Cristo (519).
De
temporibus prime etatis
Ripete
ridotto Pomerium I, 3-4. Qui la fonte identificata è genericamente PC Gn.
XXV, XXVII-XXIX. La successione
delle fonti è: PC Gn. XXV; XXVIII
(«In prima enim creatione unica unico facta est mulier»); di nuovo XXV; XXVIII
(«Caym et uxore» deve esser un refuso per «Caym ex uxore»), dove però è da
notare un errore dovuto a sintesi eccessiva: il Comestore distingueva
nettamente Jabel, pastore innovativo, da suo fratello Tubal, inventore
dell’arte musicale, e così esattamente ripete il Pomerium I, 4,
1-2 (dove invece di Tubal è Iubal); qui Iabel è detto semplicemente inventore della
musica.
De
successionibus Adam
Il
cap. ripete in maniera più concisa Pomerium I, 5-6.
L’edizione indica come fonte Is. Chr. 4-10. La successione delle fonti è: Is. Chr. 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12-13, 15; PC Gn. XXXI.
De
secunda etate mundi
Ripete
in maniera molto più concisa Pomerium I, 7-13.
Le
fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr. e Is. Chr. 19-31. La successione delle fonti è: Hier. Chr. col. 57; PC Gn. XXX; XXXIII, XXXV, XXXVII, Is. De obitu
IV, 9. Ancora qualche cosa non va: Comestore, che R. segue qui come nel Pomerium, dice che Noé entra nell’arca «sexcentesimo anno vitae suae», e ne
esce «revoluto anno»; qui l’edizione sceglie «sexcentesimo uno ingressus est», che sembra errore per anno, visto che «DC» si trova semplicemente nelle edd.
settecentesche e nel Pomerium. La
successione delle fonti prosegue con PC Gn. XXVII; Hier. Chr. col. 57; PC Gn. XXXVII; Hier. Chr. col. 72; PC Gn. XXXVII; Is.
Chr. 19; PC Gn. XXXVIII; Hier. Chr. coll. 72-73 (non si capisce perché qui Sala viva
«annis trecentis tribus», mentre Girolamo, Pomerium I, 13,
4 e gli edd. settecenteschi della Compilatio hanno concordi e senza varianti «CCC»); Is. Chr. 22-24; Hier. Chr. col. 73; Is.
Chr. 26-27; Hier. Chr. col. 73; Is.
Chr. 28;Hier. Chr.
coll. 73 e 78 (e il «Sicyniorum» manoscritto - ripetuto identico in Pomerium
I, 13, 9 – non va corretto in «Syci[o]niorum»]) e di
nuovo 73-74; PC Gn. XXXVII; Hier. Chr. col. 57.
De
tertia etate mundi
Ripete
in maniera molto più concisa Pomerium I, 14-30 e II, 1-5.
Per il
primo paragrafo (sottocapitolo?) le fonti indicate dall’edizione sono il libro
biblico della Genesi, capp. 9-10, Is. Chr. 31, 23-30, 32a; Iust. 1, 10 – 2, 9. La successione delle fonti è: Hier. Chr.
col. 76 (e bisognerà correggere il «quadragesimo secundo» anno del regno di
Nino in «XLIII», come si trova in Girolamo e ripete Pomerium I, 30,
1); coll. 107-09; Hier. Chr. 6; col. 109 (e mi pare si debba mantenere «post» ed
omettere «obiit; uxor successit», che non è nella fonte, nellle edd.
settecentesche e in Pomerium I, 16, 2); Or.
I, 4, 4-5; Is. Chr. 33; PC Gn. XXXVI Add. 1; Hier. Chr. 10; 1, 10; 51 (e qui il paragrafo sul primo giubileo
ebraico appare strano, sia perché non corrisponde agli anni da Abramo in
Girolamo (50 invece che 51), sia perché non ne è traccia né nelle edd.
settecentesche né nella parte corrispondente del Pomerium); 75, 86; 99 (non corrispondono gli anni dalla
nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 2);
PC Gn. XLIV; Or. I, 15, 6-10; PC Gn. LXIII; Hier. Chr.
51; 161 (non corrispondono gli anni
dalla nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 4,
5); 160-61; 175; PC Gn. LXXI;
LXXXV. Non si vedono derivazioni possibili da Giustino.
Per il
secondo paragrafo le fonti indicate dall’edizione sono il libro biblico della Genesi,
cap. 25 e Hier. Chr.
226, 260, 236. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 181, 226, 211, 222 (non
corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi
di Pomerium II, 4, 12); PC Gn. LXXVI; LXV; Hier.
Chr. 247-49, 251-52; 254; Or. I, 7, 3.
Per il
terzo paragrafo la fonte indicata dall’edizione è Hier. Chr.
280-431. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 280 (e in accordo con
la fonte – ripetuta identica in Pomerium II, 5,
1 – l’anno va corretto in «CCLXXX»), 268, 282; Or. I, 8, 3; Hier. Chr. 300-01, 307, 291, 382; PC Gn. LXXXVI (e quindi la notizia sul primo uso degli
anelli non va tra parentesi angolari); Hier.
Chr. 361, 400, 426; Is. Chr. 43; 46-47; Aug.
18, 8 e 39.
Per il
quarto paragrafo la fonte indicata giustamente dall’edizione è Aug. 18, 8 e 39.
Per il
quinto paragrafo la sola fonte indicata dall’edizione è Hier. Chr.
448-492. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 443; 466 (non
corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi
di Pomerium II, 8, 7); 469; Is.
Chr. 51; Hier. Chr.
491; Or. I, 9, 1. Anch’io non sono
ancora riuscito a trovare la fonte della notizia su Giobbe.
De
quarta etate mundi
Il
cap. ripete in maniera più concisa Pomerium II, 9-11.
Per il
primo paragrafo le fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr.
503-545, forse Is. Chr. 49-50; Beda 48 (con una correzione). La successione
delle fonti è: Hier. Chr. 505; PC Ex. XIII (ed allora la notizia su Aronne non va tra parentesi angolari);
XXXVIII-XXXIX; Is. Chr. 55; PC Ex. XXIV; Is. Chr. 49-50; Hier. Chr. 534; PC Ex. XXIV; Hier. Chr. 534; 545 (non corrispondono gli anni dalla nascita
di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 10,
1); 546 (non corrispondono gli anni forniti da Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 10,
1); la menzione di Beda viene da PC Js III: «Secundum Hebraeos… quasi fluxissent ab initio mundi anni duo
millia quinginti quinquaginta… Secundum LXX vero, longe plures… Beda quoque…
probat de praedicta summa annorum septem annos defuisse».
Per il
secondo paragrafo le fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr.
550-601; Is. Chr. 61-62. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 554 (non corrispondono gli anni dalla nascita di
Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 10,
2); 553 (ma, in accordo con la fonte e Pomerium II, 10,
2, bisogna emendare: integrare con
«Neptuni et» prima di «Libie»); 503; 560; Plin. V, 75-76 (ed allora
il passo «a quo-Ptolomayda» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 570; 580 (non corrispondono gli anni dalla nascita
di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 10,
7); 583; Is. Chr. 62 (ed allora il passo «qui primus-invenit» non va
tra parentesi angolari); PC Ex. XXIV
(ed allora il passo «et usum vitis ad vinum» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 590 (non corrispondono gli anni dalla nascita di
Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 10,
12); 602; Is. Chr. 60 (ed allora il passo «iunxit-qui» non va tra
parentesi angolari); Hier. Chr. 604; 612 (non corrispondono gli anni dalla nascita
di Abramo in Girolamo; in Pomerium
II, 10, 18 il fatto è segnato
sotto l’anno 612, quindi qui bisogna integrare: «DC[II]»); 613; 620; 631 (non
corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi
di Pomerium II, 10, 25); 641.
Per il
terzo paragrafo le fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr.
635-754; Is. Chr. 74. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 634 (non corrispondono gli anni dalla nascita di
Abramo in Girolamo; in Pomerium
II, 10, 26 il fatto è segnato
sotto l’anno 630); 648 (non corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in
Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 10, 27); Or. I, 12,
4; Hier. Chr. 667 (non corrispondono gli anni dalla nascita di
Abramo in Girolamo); 669; 670; 682; 689 (non corrispondono gli anni dalla
nascita di Abramo in Girolamo; in Pomerium II, 10, 38 il fatto è
segnato sotto l’anno 680); 693; 709 (non corrispondono gli anni dalla nascita
di Abramo in Girolamo; in Pomerium
II, 10, 42 il fatto è segnato
sotto l’anno 700); 705; Is. Chr. 74; 75; Hier. Chr. 730; 570; 736; 747; 752 (non corrispondono gli anni
dalla nascita di Abramo in Girolamo; in Pomerium II, 10,
52 il fatto è segnato sotto l’anno 732); 750; 757; 779; Or. I, 14, 1-2.
Per il
quarto paragrafo le fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr.
768-835. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 766; 767 (non
corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi
di Pomerium II, 10, 57); 782; 767; 775; 778 (non corrispondono gli anni
dalla nascita di Abramo in Girolamo; in Pomerium II, 10,
64 il fatto è segnato sotto l’anno 797); 783; Or.
I, 13, 1 (ed allora il brano «Exitiale-DLX» non va tra parentesi angolari); 767
(non corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo); 795 (non
corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi
di Pomerium II, 10, 66); 810 (non corrispondono gli anni dalla nascita
di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 10,
67); PC Jdc XI Incid.; Hier. Chr. 803; 807; 809 (non corrispondono gli anni dalla
nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 11,
2); 811; 812; 815; 821; 813; 817; 819; 820 (lo stesso anno in Pomerium II, 11,
9, quindi qui bisogna emendare: «DCCCXX(I)»); PC Jdc XVI Incid.;
Hier. Chr. 827; 830; 829 (non corrispondono gli anni dalla
nascita di Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 11,
12); 834; 836; Is. Chr. 95.
De
tempore Troie capte
Abbrevia
Pomerium II, 12.
Le
fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr. 835-980 e So.
1, 28. La successione delle fonti
è: Is. Chr. 95; Hier. Chr.
836 (l’anno fornito da Pomerium
II, 12, 1 è 835: l’«DCCCXXXII»
qui mss. va dunque corretto in accordo col Pomerium); gli anni secondo Girolamo sono calcolati da R.:
poiché la fondazione di Roma è segnata nel Chronicon all’anno 1265 da Abramo, sottraendo 835 da 1265 si
ottiene 430 - come gli conferma Or.
I, 17, 1 -, e così appunto è scritto nel Pomerium; quindi il «quadringentis triginta uno» edito qui va
emendato in «quadringentis triginta» in accordo col Pomerium; la successione delle fonti prosegue con So. 8, 4-5; anche gli anni trascorsi
dalla fondazione di Troia sono calcolati in proprio: 835-709 (anno fissato da
Girolamo) dà 126, con l’errore di una unità, ben comprensibile (bastava che R.
avesse letto della nascita di Ilio all’anno 710); di nuovo Hier. Chr. 836 («Acandre» è anche in Pomerium II, 12,
3, quindi non si deve correggere qui in «A[l]chandre»); Is. Chr. 97; Papias
s. v. Carmentis; Hier. Chr. 841; Is. Chr. 96; di nuovo Hier. Chr. 841; 855; 854; 860; 861; 909; 900; 937 (non
corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo; in Pomerium II, 12,
17 il fatto è segnato sotto l’anno 930); 940; 980.
De
quinta etate mundi
Abbrevia
Pomerium II, 12, 22-17.
Le
fonti indicate dall’edizione per il primo paragrafo sono Hier. Chr. 980-1197, Is. Chr. 116 o Aug. 18, 23, Or.
2, 3, 2. La successione delle
fonti è: Is. Chr. 112; Hier. Chr. 987 (ma Girolamo fornisce la cifra 480, non 478);
1012; Is. Chr. 116; Hier. Chr.
1036; 1027, 1094 (non corrispondono
gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo; in Pomerium II, 13,
10 il fatto è segnato sotto l’anno 1080); PD
HR I, 1; Hier. Chr. 1091 (non corrispondono gli anni dalla nascita di
Abramo in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 13,
12); 1104; 1100; 1106; 1112 (non corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo
in Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 13,
13); 1125; 1131 (non corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in
Girolamo, ma sono gli stessi di Pomerium II, 13, 16); 1147 (non
corrispondono gli anni dalla nascita di Abramo in Girolamo; in Pomerium II, 13,
17 il fatto è segnato sotto l’anno 1130); 1150; 1183; 1177; Or. II, 3, 2 («Arbace», oltre che in Orosio
e Girolamo, è anche in Pomerium
II, 14, 2, e quindi qui non è da
correggere «(B)arbacem»); Hier. Chr.
1197.
Le
fonti indicate dall’edizione per il secondo paragrafo sono «probabilmente» Hier. Chr. 1198-1260, Or.
1, 21, 1, 4, 2, 4, 1. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 1198; col.84; 1457; PC Dn XIII; Hier. Chr.
1457-1687; 1587; coll. 85-86; 1988; PD HR VII, 6-7; Hier.
Chr. 1197; 1208
(«Esydorus» è sicuramente da emendare: «Esiodus», in accordo con la fonte e Pomerium II, 14,
7); 1198 («Sydon» è sicuramente da emendare: «Fidon», in accordo con la fonte e
Pomerium II, 14, 8); 1197 («Phocas» è sicuramente da emendare:
«Procas», in accordo con la fonte e Pomerium I, 34,
20); 1208; 1240; Or. II, 4, 1; Hier. Chr. 1240 (nell’edizione Helm è registrata in apparato la
variante «CCCCVI», che è propria del testo utilizzato da R.); 1232; 1239; Or. I, 21, 3-6; Hier. Chr. 1245;
1253; 1250; 1259.
De
tempore urbis Rome condite
Le
fonti indicate dall’edizione per il primo paragrafo sono Hier. Chr. 1262; Or.
2, 4, 1, Eutropio (non ci vien
detto quale edizione) 1, 1,
18-19. Le fonti sono: Hier. Chr. 1264 (in Pomerium III, 1
nota 1 spiego la differenza con la data fornita da R.; in base a quelle stesse
considerazioni credo che l’anno della sesta olimpiade qui vada corretto in
«secundo»); PC Ev V; PD HR I, 1 (l’anno dalla distruzione di Troia è secondo PD
il 419; R. in Pomerium III, 1 scrive «CCCCXXVIII» (non ci sono varianti); poiché R.
ha fissato la data della distruzione di Troia all’anno 835 da Abramo (vedi
anche qui sopra), collocando la fondazione di Roma al 1262, doveva calcolare
1262-835, che dà però 427, con l’errore di una unità; anche accogliendo la data
832 da Abramo, proposta dall’edizione della Compilatio per l’eccidio di Troia, 1262-832=430, non il
«quadringentesimo tricesimo uno» che qui l’edizione ci propone; credo faccia
testo il Pomerium).
De
primo rege romano
Abbrevia
Pomerium III, 2-4.
Le
fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr. 1265-1303. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 1264; 1267 (ed è chiaro che la lezione esatta è
«Milesii»); PD HR I, 2; Hier. Chr. 1270; non ho trovato la fonte della notizia su
Tobia, che mi sembra un’inserzione strana, visto che non ha parallelo nel Pomerium, e che giudico non di R.; 1277; 1278; 1296; di nuovo
1277; Liv. I, 16, 1 (e «in campo Martio»
non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 1302.
De
Numa rege secundo
Abbrevia
Pomerium III, 5-6.
Le
fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr. 1302-1338; Liv.
1, 18, 6. La successione delle
fonti è: Hier. Chr. 1302 (in accordo con la fonte e Pomerium III, 5 bisogna
emendare «XL» e «quadraginta» in «XL[I]»); 1324; 1326 (in accordo con la fonte
e Pomerium III, 6 bisogna emendare «Phasellus» in «Phaselis»); 1334;
1332; 1349; Liv. I, 19, 6; Is. Chr. 152; Hier. Chr. 1323; 1305 (e «Esayas-occiditur» non va tra
parentesi angolari).
De
Tullio rege tertio
Abbrevia
Pomerium III, 7-8.
Le
fonti indicate dall’edizione sono Hier. Chr. 1343-1367; PD HR 1,
4. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 1344; PC IV Reg XXXIII Incid.; Hier. Chr. 1352 (e la lezione esatta in accordo con la fonte e Pomerium III, 8,
1 è naturalmente «Archilocus»);
1364; 1347; 1359; PD HR I, 4; Hier. Chr. 1362; 1369; 1354.
De
Anco rege quarto
Abbrevia
Pomerium III, 9-10.
Le
fonti indicate per il primo paragrafo dall’edizione sono Hier. Chr. 1376-1393. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 1376 (in accordo con la fonte e Pomerium III, 9 bisogna
emendare «quattuor» in «XXIII»); 1395; 1383; 1388; 13921386 (e la lezione
esatta in accordo con la fonte e Pomerium III, 10 è «Cirene»);
1387; 1388; 1391.
Per il
secondo paragrafo la fonte indicata è Aug.
18, 24-25. Le fonti sono Hier. Chr. 1376; Aug.
8, 2-13 («et astrologus», «Archelaus eius» e «Aristotiles illius» non vanno tra
parentesi angolari).
De
Tarquinio Prisco rege quinto
Abbrevia
Pomerium III, 11-12.
Le
fonti indicate per dall’edizione sono Hier.
Chr. 1399-1433, con
aggiunte da Eutropio 1, 6 o PD HR I, 6,
e Iust. 20, 5, 8. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 1399; 1418; PD HR I, 6; Hier. Chr.
1403; 1404; 1407 («et vasa-aufert»
non va tra parentesi angolari); 1417; 1426; 1422; 1457; Iust. 20, 5, 8; Hier. Chr.
1412; 1433; 1405; 1468.
De Tullio rege sexto
Abbrevia
Pomerium III, 13-14.
Le
fonti indicate per dall’edizione sono Hier.
Chr. 1436-1456, Eutropio
I, 7. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 1436 (e la lezione
esatta in accordo con la fonte e Pomerium III, 13 è «Servius»); PD HR I, 7; PC IV Reg XLVI Incid.; Is. Chr. 165; Hier. Chr.
1447; 1457; Or. I, 19, 6.
De
Tarquinio Superbo rege septimo
Abbrevia
Pomerium III, 15-20.
Le fonti
indicate dall’edizione sono Hier. Chr. 1469-1504, Or.
2, 6, 8 e 8, 1 e probabilmente Liv.
1, 57-59. La successione delle
fonti è: Hier. Chr. 1470; 1476; 1490; 1486; PD HR I, 9 (e
«honesta» non va tra parentesi angolari); Hier.
Chr. 1494; 1492; 1457; Or. II, 6, 12 e 9 (in accordo con la
fonte e Pomerium III, 18 bisogna correggere «quingentorum» in «CC»); poi
ancora 12 (e «et ei capto parcit» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 1486; Or.
II, 7, 6 ( e «capite desecto» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 1496; PC Dn XX; Jdt I (e «Damasci» non
va tra parentesi angolari); PD HR I, 8.
De sexta
etate mundi
Qui
amplia leggermente Pomerium III, 21, 1.
Le
fonti indicate per dall’edizione sono Hier.
Chr. 1496, 1501. Basta la
prima indicazione.
De
rebus gestis a Romanis post reges exactos
Abbrevia
drasticamente Pomerium III, 21-46.
Le
fonti indicate per dall’edizione per il primo paragrafo sono Hier. Chr. 1510-1657, Or.
2, 8, 1 e 9. La successione delle
fonti è: Or. II, 5, 1; PD HR I, 9; Hier. Chr. 1512 (Girolamo dice «CXX» mila, ma «CXV» è anche in Pomerium III, 30,
2); 1516; PD HR X, 12; Hier. Chr. 1520; 1531; 1550; 1546; 1556; 1550; 1556; 1558;
1545; 1576; 1548; 1579; Or. II, 9,
1-3.
Le
fonti indicate dall’edizione per il secondo paragrafo sono Liv. 3, 32 o Or.
2, 13, 1-2, Hier. Chr. 1580-1657, Iust.
20, 5, 8. La successione vera
delle fonti è: Hier. Chr. 1556; PD HR I, 18; Hier. Chr. 1563; 1581; 1582; 1581; 1588; 1592; 1610; 1620;
1621; Is. Chr. 184; Hier. Chr. 1615; 1617; 1554; 1616; 1580; 1590; 1617; 1643;
1625; Iust. 20, 5, 8; PD HR II, 1-3; Hier.
Chr. 1653; PD HR II, 6; Hier. Chr. 1650; 1657; 1653.
De
rebus gestis orto Alexandro Magno
Abbrevia
drasticamente Pomerium III, 47-83.
Le
fonti indicate dall’edizione per il primo paragrafo sono Hier. Chr. 1660-1695, Eutropio 2, 9 oppure PD HR 2, 9
oppure Or. 3, 15, 10 e 20. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 1661; 1671; 1677; Or.
III, 15, 2;
16, 1; Hier. Chr. 1687; PD HR II, 8-9; Or. III, 20, 4; Hier. Chr. 1692; 1693; 1697; 1696.
Le
fonti indicate per il secondo paragrafo sono Hier.
Chr. 1704-1785, Cic. De of. 2, 23, 81, con aggiunte da Or. 4, 1, 1-5
e 19-1, 22, 7 oppure PD HR 2,
11-15. La successione delle fonti è:
Hier. Chr. 1711; 1717;
1723; PD HR II, 9; Hier. Chr. 1724; Or.
IV, 1, 1-6; 6, 1; Hier. Chr. 1735; PC Est VII (che fornisce il numero «72»); Or.
IV, 1, 20; 2, 3-7; PD HR II, 16; Hier. Chr. 1733; PC Est VII Incid. (dove la
costruzione del faro di Alessandria è segnata sotto il regno di Tolomeo); Or. IV, 7, 1; Hier. Chr. 1747; 1745; Cic. De of. II, 81; Or. IV, 8, 5-7; Hier. Chr. 1773; 1776; 1785.
De
bello Punico secundo gesto ab Anibale
Abbrevia
drasticamente Pomerium III, 91-289.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: Or.
4, 14, 1, Hier. Chr.
1794-1838, con aggiunte da Or. 4, 20, 12 e 39, 22, 1 e da Cicerone De senectute e De amicitia 4; Liv. 37, 57,
39, 55, 6-8, 38, 53, 8. La successione delle fonti è: PD HR III, 7; Or.
IV, 14, 1-2 (che fornisce la data «DXXXIIII», ripresa da Pomerium III, 91,
1, così da imporre la correzione qui: «DXX[X]IIII»); Hier. Chr.
1814; 1817; Cic. De am. 4; Liv.
XXVII, 5, 11; Or. IV, 20, 1 (in
accordo con la fonte e Pomerium
III, 115 bisogna correggere il
«sedecim» in «XVII»); Hier. Chr. 1793; 1833; 1852; 1838; 1859; 1830; Or. IV, 20, 12; Liv. XXXVII, 57, 7-8; Hier.
Chr. 1831; Or. IV, 20, 29 (in accordo con la fonte
e Pomerium III, 125, 1 bisogna correggere «Literni» in «Amiterni»,
possibile lettura per E); Liv.
XXXIX, 55, 7.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: Hier. Chr.
1853-1940, Or. 4, 23, 1,
2, 6, 5, 7, 1, 10, 11, 2-5 e PD HR 4, 17,
20, 23; Cic. De am. I, x. La successione delle fonti è: Or. IV, 20, 39; PD HR IV, 7; Or. IV, 22, 1; Hier. Chr. 1857;
1861; 1863; Or. IV, 23, 1-6;
anch’io non son riuscito a trovare la fonte della notizia sull’Africano minore
adottato dal maggiore; PD HR IV, 11; Hier. Chr.
1870; 1860; 1870; 1875; Or. V, 10, 11; 11, 1-5; PD HR IV, 23 (ma il nome di Muzio Scevola crea un
fraintendimento: sicuramente il copista ha confuso una nota relativa a
quest’ultimo, quella che è in Pomerium III, 163 e che qui viene
riportata più sotto, «de Dalmatia triumphatum est», immediatamente dopo la
fondazione di Narbona - consoli M. Porcio Catone e Q. Rege - in 162); Hier. Chr.
1878 (ma non so di dove tragga la
notizia che il monte Achiano impedisce di vedere Fano da Pesaro; forse è frutto
di esperienza diretta); 1887; PD HR IV, 23; Or.
V, 12, 1; Hier. Chr. 1901; 1909; Or.
V, 15, 1; 1916; 1922; 1926; 1929; Cic.
De am. 1 (non vedo perché la notizia sia tra parentesi
angolari); Hier. Chr. 1931; 1930; 1935; 1939; Or. V, 19, 3; 21, 12; Hier.
Chr. 1938.
Fonti
indicate per il terzo paragrafo: Caes.
BC I, 15, 4; Iust. 40, 1-2, Or.
6, 7, 1-2, 15, 29-32, 16, 4, Hier. Chr. 1958, 1962, PD HR 6, 23,
Vincenzo Bellovacense 6, 42,
Orazio Sermones II, 10, 85, Lucano Pharsalia IV, passim. La successione delle fonti è: Iust. XL, II, 1-2; Hier. Chr. 1940; 1932; 1947; 1948; 1952; Or. VI, 6, 5; Caes.
BC I, XV; PD HR VI, 17;
anch’io non ho trovato la fonte per la via Claudia; Hier. Chr. 1958;
Hier. Prologus Galeatus; Hier. Chr.
1969 («iuris peritus» dev’essere
lettura errata di «orator»); 1967; Or.
VI, 16, 8; PC Est VII; Or.
VI, 16, 4; 18, 1; PD HR VI, 25; Or.
VI, 17, 1-2; Hier. Chr. 1973; Or.
VI, 17, 3; PC 2 Mc XVI.
Fonti
indicate per il quarto paragrafo: Hier. Chr.
1974-1982, PD HR 7, 5-6, Virgilio Ecl. 10, 72-74. La successione delle fonti è: PD HR VII, 1-3; Or.
VI, 18, 1 (tutto il brano «Cesare-Augusti» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 1974; 1976; 1982; 1984-85; Or. VI, 19, 8-17; PD HR VII, 7; Hier. Chr.
1988 (dove è anche la nota: «de quo
Virgilius scribit in Bucolicis», per cui «de quo ait Virgilius» qui non va tra
parentesi angolari).
Cesar
Octavius creatur augustus a populo Romano
Abbrevia
Pomerium IV, 1, 1-45.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: Or.
6, 20, 1-2, 21, 19-21, Hier. Chr. 1988-2011, Martin.
p. 444, Vincenzo Bellovacense 6,
103. La successione delle fonti è: Or.
VI, 20, 1-3; Hier. Chr. 1988; PD HR VII, 8; Hier. Chr. 1989; 1988; 1953; 1989; 1990; 1991; Or. VI, 21, 1-21; non so di dove tragga
la nota relativa a Valerio Massimo; Hier.
Chr. 1933; 2004; PD HR VII, 9; Hier. Chr. 1983.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: Hier. Chr. 1999-2012. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 1998; 2000-01; la nota sulla nascita di Maria appare
veramente strana in questo punto, e non si trova né nel Pomerium né nel Compendium: mi pare sia senza dubbi da espungere come non di
R.; Hier. Chr. 2004-05; PC
2 Mc XXV (e quindi il brano
«Phaselum-sui» ed «ubi-domus» non vanno tra parentesi angolari); Hier. Chr. 2008; 2012 («filiuam» è naturalmente refuso per
«filiam»).
De
tempore nativitatis domini nostri Ihesu Christi
Abbrevia
Pomerium IV, 1, 50-66.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2015-2029, Or.
6, 22, 1-5, 7, 2, 5 e 3, 6, Virgilio Eclogue 4,
11-12. La successione delle fonti è: Or.
VII, 3, 1; Hier. Chr. 2014; 2015; 2016; Or.
VII, 2, 14; Hier. Chr. 2020; 2030 (con la nota «cuius etiam Virgilius
meminit», e quindi nessuna citazione dalle Egloghe; inoltre «in Bucolicis» è sicuramente da espungere
come aggiunta non di R.); 2021; Martin.
408, 29; Hier. Chr. 2028 (Girolamo ha «septuaginta millia», ma
«sexaginta» è anche in Pomerium
IV, 1, 60); Hier. Chr. 2021; 2029 (anch’io non so di dove tragga la notizia
del sepolcro di Augusto «quod dictum est Augusta»).
De
Tyberio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 2, 1-14.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2030-2044, 1958. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2030; Or.
VII, 4, 1; Hier. Chr. 2033; 1958 (rimane una differenza di due unità); Hier. Chr. 2033; 2034; 2042; 2044; PC Ev XXX.
Principium
etatis septime mundi
Abbrevia
Pomerium IV, 2, 15-34.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2044-2052, Martin.
408. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2044; PC Ev XXXIII; LXXIII; Hier. Chr. 2047; Or.
VII, 4, 13-15 (che però dice «quartam decimam ea die lunam», mentre qui è
«quintadecima»; in ogni caso la nota non va tra parentesi angolari); PC Ac XXXVIII; Hier. Chr. 2048; PC Ac XLII; Or. VII, 4, 6-8; Hier. Chr. 2052.
De
Gaio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 3.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2053-55. La successione delle fonti è: Or. VII, 5, 1; PD HR VII, 12
(quindi il brano «Hic-augusti» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 2055; Or.
VII, 5, 6; Ruf. II, 4, 2; 5, 2-5; Hier. Chr. 2056.
De
Claudio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 4.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2057-66, Or.
7, 6, 9-10, 15, 17-18, Ruf. 3, 27-28, PD HR 7, 13,
Martin. pp. 409, 444, Sicardo pp.
101, 103, Suetonio D. Cl. 17, 44,
Spicilegium Ravennatis Historiae
576C. La successione delle fonti è: Or.
VII, 6, 1; Hier. Chr. 2057; Martin.
409, 5 (ma gli anni non corrispondono); Hier.
Chr. 2058; Or. VII, 6, 9-10. 12; Hier. Chr. 2060; 2061; Chr. Rav. 576; Hier. Chr. 2064; Or.
VII, 6, 15. 17; PC Act LXII; Ruf. II, 13, 3-4; III, 26, 1-3; Martin. 444, 43-46; Or. VII, 6, 18; Hier. Chr.
2070. Niente Sicardo, niente Suetonio.
De Nerone
augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 5, 1-29.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2073-84, Or.
7, 7, 4 e 12, Sicardo p. 103, Martin. p. 409, Suetonio D. Nero 49. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2071 (in accordo con la fonte e Pomerium IV, 5,
1 per la durata dei mesi di impero si deve scegliere «VII» invece di «octo»);
2057; Martin. 444, 40-41 (ed il
brano «Hic-imperatoris» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr.
2074; 2075; 2077; Ruf. II, 23,
12-16; Is. De obitu 146; Hier. Chr. 2079; 2080; Or.
VII, 7, 4; Hier. Chr. 2082; 2080; 2083; 2084; Passio Ursicini 560; Vita Vitalis 558; Hier. Chr. 2084. Niente Sicardo, niente Suetonio.
De
Galba augusto... De Othone augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 5, 31-32.
Fonti
indicate: Or. 7, 8, 1, PD HR 7,
16-18. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2084; Or. VII, 8, 1. 6-9. La nota «Hi
tres-imperaverunt» (di cui mi è ignota la fonte) non è certo di R., che in Pomerium IV, 5,
31 fa durare la “tirannia” di Galba, Ottone e Vitellio «anno uno» (il Compendium non ne parla).
De
Vespasiano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 6, 1-25.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2084-93, In Joel c. 3, Ruf.
37, 2, 8, 2-3, Or. 7, 9, 6-11. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2084-86; Ruf.
III, 8, 2-6; Martin. 445, 15-17
(con la nota «iuxta quod Iheronimus in exposicione Iohelis prophete refert»,
per cui «ut ait beatus Ieronimus» non va tra parentesi angolari); Or. VII, 9, 8-10 (in accordo con la
fonte e Pomerium IV, 6, 13 «centesimus» va emendato in «[tre]centesimus»); Hier. Chr. 2091; PC Est VIII Incid. Add. 1; Hier. Chr. 2092; Vita Apollinaris 531 e n.
De
Tito augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 7.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2094-96, Martin.
p. 410. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2094; 2096.
De
Domiciano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 8.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2096-2112, Iordanes Rom. c. 265 oppure Get. 21, 13, Martin.
p. 410. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2096; Martin. 445, 36-37; Hier. Chr. 2103; 2107; 2108; neppure io conosco la fonte delle
notizie su Stazio e Giovenale; Hier. Chr. 2113; PD HR VII, 22-23; Martin.
410, 4 («Cletus-episcopus» non va tra parentesi angolari); neppure io conosco
la fonte delle notizie su Eutropio e Nicomede; Martin.
445, 35-36 («Dionisius-secunde» non va tra parentesi angolari); Hier. Chr. 2110.
De
Nerva augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 9.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2112-13. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2113; 2115 (e tutto il brano «Ignatius-habentur» -
ad eccezione della notizia su Vittorino, di cui non so la fonte - non va tra
parentesi angolari).
De
Traiano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 10.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2114-2132, Or.
7, 12, 6-8, Ruf. 3, 32, 3, 33, 2 e 35, Vegezio 2, 10, Martin.
p. 410, Giacomo da Varazze (edizione Graesse) pp. 155-156. La successione delle
fonti è: Hier. Chr. 2114; 2115; Martin.
410, 30-33; Hier. Chr. 2120; 2123; 2124; Or.
VII, 12, 6-8; Hier. Chr. 2130-31; non conosco la fonte delle notizie su
Frontino e Giovenale; Hier. Chr. 2116; Martin.
410, 40-45; 446, 17-18; Hier. Chr. 2124; 2129; 2132.
De
Adriano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 11.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2134-2153, Iordanes Rom. p. 270, Martin.
pp. 410-411. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2133; Or. VII, 13, 4; Martin. 410, 47-411, 3; Hier.
Chr. 2136; 2147; 2137;
2148; 2149; Martin. 446, 26-28; Or. VII, 13, 5; Hier. Chr.
2153; Martin. 411, 16-20 (in
accordo con la fonte e Pomerium VI,
2, 9 bisogna scrivere
«Telesphorus»); 410, 49-51; 411, 4-6; non conosco le fonti per i martiri
«Eustasius-Iulita»; Martin. 446,
38.
De
Antonio Pio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 12.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2153-2176, PD HR 8, 9, Martin. p. 411, 446-447, forse Iordanes Rom.
c. 272. La successione delle fonti
è: Hier. Chr. 2154 (in accordo con la fonte e Pomerium IV, 12,
1 bisogna scrivere «Antoninus»); Martin.
446, 47; 411, 26-29; Hier. Chr. 2155; 2174; Martin.
411, 34-35; Ruf. III, 3; Is. Chr. 275; Hier. Chr. 2156; Martin.
446, 52; 447, 7-12; PD HR VIII, 7 (ancora «Antoninus»); Or. VII, 14, 2.
De
Antonio Vero augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 13.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2177-2195, Martin.
p. 412. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2177; Martin. 411, 46; Hier. Chr.
2179; 2183; 2184; Martin. 412,
7-10; Hier. Chr. 2184; Martin.
412, 15-18; Hier. Chr. 2195; 2182; Ruf.
IV, 15, 1; 1, 19; 15, 5; 16, 1; Hier. VI XXIII; Ruf.
III, 31, 2; Iac. a Vor. LA
396; non so di dove tragga le notizie su Gaio, Epodio e Corona, ma come detto
nella mia edizione del Pomerium
questi elenchi di martiri devono venire dai perduti passionari di Santa
Giustina; Hier. Chr. 2195.
De
Commodo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 14.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2196-2208, Or.
7, 16, 1, 3-4 oppure Iordanes Rom.
c. 273. La successione delle fonti
è: Hier. Chr. 2196; Or.
VII, 16, 1; Hier. Chr. 2198; 2203; 2207; Or.
VII, 16, 4; Martin. 412, 23; Hier. VI XLII; per gli altri martiri fonte non rinvenuta.
De
Pertinace augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 15.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2209, Or.
7, 16, 5, PD HR 8, 16; Martin.
p. 412. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2208; PD HR VIII, 17; Martin.
412, 29-34.
De
Severo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 16.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2210-2226, Martin.
p. 412. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2207; Or. VII, 17, 1; Hier. Chr.
2219-21; 2225; 2220 nota (e tutto il brano «Anno duodecimo-iubileum» non va tra
parentesi angolari); Martin. 412,
29-34. 36; 448, 2. 5; Prosp. 757
(e tutto il brano «Quinta-Felicitas» non va tra parentesi angolari); Martin. 412, 38-41; Hier. Chr. 2227.
De
Antonio Carcalla augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 17.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2226-2233, Or.
7, 18, 1-2, PD HR 8, 21,
Martin. pp. 412-413. La
successione delle fonti è: Hier. Chr. 2227 (in accordo con la fonte e Pomerium IV, 17 bisogna
scegliere la lezione «Antoninus»); 2231; 2232; Or.
VII, 18, 5.
De
Macrino augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 18.
Fonti
indicate esattamente: Or. 7, 18, 3, Hier. Chr. 2234.
De
Aurelio Antonino augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 19.
Fonti
indicate: Or. 7, 18, 4, Hier. Chr. 2235-2239. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2234; Martin.
412, 49-413, 1; Hier. Chr. 2238; Is.
Chr. 293; di nuovo Hier. Chr. 2238.
De
Alexandro augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 20.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: Hier. Chr. 2239-2251, Or.
7, 18, 6-8. La successione delle
fonti è: Hier. Chr. 2239; Or.
VII, 18, 7; Martin. 413, 4-13; Hier. Chr. 2242.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: Martin.
p. 413. La successione delle fonti è: Martin.
413, 14-21; Iac. a Vor. LA
704.
De
Maximino augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 21.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2252-2254,
Martin. p. 413, forse Or. 7, 19, 1-2. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2252; PD HR IX, 1; Martin.
413, 22-24; Prosp. 820; Martin. 413, 14-15. 21-22.
De
Gordiano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 22.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2255, 2260, Liber Pontificalis p. 28, Martin.
pp. 413, 448, PD HR 9, 2
oppure Or. 7, 19, 4; Beda cc. 364-365. La successione delle fonti
è: Hier. Chr. 2255 (in accordo con la fonte e Pomerium IV, 22
per l’anno la lezione da accogliere è «CCXL»); Or.
VII, 19, 4; Hier. Chr. 2260; Martin.
413, 25-38; Ruf. VI, 30; Martin. 448, 39-40. Niente Beda, come
continuo a sforzarmi di far intendere all’edizione
De
Phylippis augustis
Abbrevia
Pomerium IV, 23.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2261-2267, Or.
7, 20, 1-2, PD HR 9, 3,
Sicardo p. 113, forse Ruf. 6, 25. La
successione delle fonti è: Hier. Chr.
2261 (in accordo con la fonte e Pomerium IV, 23
per l’anno la lezione da accogliere è «CCXLVI»); Or. VII, 20, 2; Ruf.
VI, 36, 1. 4 (tutto il brano «Origenes-auguste» non va tra parentesi angolari);
2. 15; 19, 13; 31, 1; Hier. Chr.
2267; 2268.
De
Decio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 24.
Fonti
indicate: probabilmente Beda c. 376, Sicardo p. 113, PD HR 9, 4. La successione delle fonti è: Martin. 449, 9; non so di dove tragga le
notizie su Trifonia, certo né da Beda né da Sicardo: penso ad un passionario;
413, 43-46; Hier. Chr. 2273; per Giustina come per Trifonia; Martin. 413, 39-42; Prosp. 847; Ruf. VI, 39, 1; Martin.
413, 43; per Agata e Nestore vale il solito discorso sui martiri delle
persecuzioni da un qualche passionario non identificato; Iac. a Vor. LA 407; PD HR IX, 4.
De
Gallo et Volusiano augustis
Abbrevia
Pomerium IV, 25.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2268-2270, Beda c. 375 (con una difformità). La
successione delle fonti è: Hier. Chr.
2268; Martin. 414, 1; Or.
VII, 21, 5; Hier. Chr. 2273; Ruf.
VII, 1; Hier. VI LIV, 11; Martin.
447, 37-44 (per il martirio vale il solito discorso); Or. VII, 21, 4-5.
De
Valeriano et Decio Galieno augustis
Abbrevia
Pomerium IV, 26.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2270-2285; Or.
7, 22, 1, Martin. p. 414. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2270 (in accordo con la fonte e Pomerium IV, 26
per l’anno la lezione da accogliere è «CCLVIII»); Martin. 414, 4; Hier. Chr.
2273; Martin. 414, 8-9; Ruf.
VII, 10, 3; Prosp. 867; Martin. 449, 19; 414, 4. 8; 449, 23; per
Romano, Zeno, Proco e Giacinto vale il solito discorso relativo ai martiri; Ruf. VII, 16; sempre da un passionario
non identificato per i trecento martiri cartaginesi; PD HR IX, 7; Or. VII, 22, 5-6; Hier. Chr. 2283; Ruf.
VII, 27, 1-2; Martin. 414, 12-19.
20-21; Hier. VI LXIX, 1. 7; PD
HR IX, 11.
De
Claudio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 27.
Fonti
indicate: PD HR 9,
11-12, Sicardo p. 114, probabilmente Martin.
p. 414. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2285; Martin. 449, 28; PD HR IX, 11; Martin. 414, 25-26; Hier. Chr. 2287; PD HR IX, 12; Martin.
414, 12. 20; solito discorso per Mario, Marta e figli, Audifax e Abaco,
Cirilla, Cesario, Giuliano ed Eusebio martiri.
De
Aureliano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 28.
Fonti
indicate: PD HR 9, 13,
15, 16, Hier. Chr. 2288-2293, Beda c. 386, Martin. p. 449. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2288; Or.
VII, 23, 3; PD HR IX, 15. 13; Martin.
449, 31-33; Prosp. 967; Martin. 414, 25; solito discorso per
Quirino, Teodora, Ermete, Conone e figlio, Tertulio, Sabiano, Mamas martiri.
De
Tacito augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 29.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2293; Iordanes Rom. 292. La
successione delle fonti è: Hier. Chr.
2293; Or. VII, 24, 1.
De
Probo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 30.
Fonti
indicate: PD HR 9, 17, Or. 7, 24, 4, 25, 1, Hier.
Chr. 2294-2297, Martin. p. 414. La successione delle
fonti è: Hier. Chr. 2294; PD HR IX, 17; Hier. Chr.
2295; Martin. 414, 30-35.
De
Caro augusto et filiis
Abbrevia
Pomerium IV, 31.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2300-2302, Eutropio 9, 22-28, PD HR
9, 18-20, Or. 7, 24, 4,
Martin. p. 450. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2300;
PD HR IX, 18-20; solito discorso per i martiri nominati.
De
Dioclitiano et Maximiano augustis et de Galerio et Constantio cesaribus
Abbrevia
Pomerium IV, 32, 1-18.
Fonti
indicateper il primo paragrafo: Hier. Chr.
2303-2307, PD HR 9, 22, 27, Or. 7, 25, 1, 3-16, Ruf.
7, 27, Martin. p. 450. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2302; Or. VII,
25, 2-5. 14-15; Hier. Chr. (edizione Helm) 2317; Martin.
450, 3-10; non so di dove tragga le notzie su Mani.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: Hier. Chr.
1320, Martin. pp. 414-15, 450, Or.
7, 25, 13, 15-16, 28,
12-13, Eutropio 10, 1 oppure PD HR 10,
4-5. La successione delle fonti è: Martin.
414, 41-45; Or. VII, 25, 14; Martin.
415, 18-20; Hier. Chr. 2320; Ruf.
VIII, 2, 4-5; Or. VII, 25, 15; Ruf. VIII, 2, 11-13; 16, 1-4; Hier. Chr.
2323; 2324; Martin. 450, 27-28; Hier.
Chr. 2325; Or. VII, 28, 18-19.
Fonti
indicateper il terzo paragrafo: Ruf.
8, 5-6, Beda cc. 396, 409, Sicardo
p. 116. La successione delle fonti è: Martin.
414, 30. 41; 415, 18; solito discorso per i martiri Largo e Smaragdo, Genesio; Martin. 415, 27-28; solito discorso per
Felice e Adaucto; Martin. 450, 18.
17; solito discorso per Bonifacio; Iac. a
Vor. LA 316; 345-46; 340; 350-51; solito discorso per Pantaleone,
Vincenzo, Eleuterio; Iac. a Vor. LA
167; 260; solito discorso per Teodoro, Menna, Ermolao; Martin. 450, 18; solito discorso per Ruffo, Simplicio,
Faustino, Vittore, Maurizio; Martin.
450, 16-17; solito discorso per Barbara, Eufemia, Crescentia, Beatrice,
Susanna, Teodosia.
De
Galerio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 32, 19-28.
Fonti
indicate: Or. 7, 25, 16 e 28, 17, PD
HR 10, 1-2. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2332-33.
De
Constantino Magno augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 33.
Fonti
indicate: Or. 7, 28. 14, 29, 1, Eutropio oppure PD HR 10, 4,
8, Vincenzo Bellovacense 13, 43, Martin. p. 415, Sicardo, p. 118, Hier. Chr. 2342, 2344. La successione delle fonti è: Or. VII, 26, 1; 28, 14; PD HR X, 4; Or. VII,
28, 16; Hier. Chr. 2330; Ruf. IX, 9, 4-7; Martin. 415, 24. 31-32; Hier.
Chr. 2345; Martin. 415, 32-34; Ruf. X, 9. 11; Or. I, 2, 56; VII, 28, 27-28; Martin. 450, 32-33; Prosp. 1032; PD HR X, 8-9.
De
Constantio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 34.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2354-2376, Or. 7, 19, 3-5, PD HR
10, 9, Martin.
p. 416. La successione delle fonti è: Hier.
Chr. 2354; Or. VII, 29, 1. 5; PD HR X, 9. 13; Martin.
416, 9-12; Or. VII, 29, 3; Martin. 452, 12-14; Hier. Chr. 2355, 2359; 2372; Martin.
416, 12-19; 451, 53-452, 1; non so di dove tragga la notizia della
decisione conciliare sul celibato; Or.
VII, 29, 5; Is. Chr. 336-38; Martin.
450, 32; Hier. Chr. 2371;
2372; Martin. 416, 19. 30-33. 42-45;
Hier. Chr. 2378; 2372;
2376; 2372; 2377; 2372; 2373; 2374; Martin.
452, 16; Hier. Chr. 2376; Martin. 416, 45. 40-41; Hier. Chr. 2377; 2372; non so di dove tragga la notizia su
Nicola; Martin. 416, 36-39.
De
Iuliano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 35.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: Hier. Chr.
2378, Is. Chr. cc. 344-45, Ruf.
10, 13, 32, 37-39, Or. 7, 30, 1-6, PD HR
10, 14-16, Martin.
pp. 416-17, forse Sicardo p. 123. La successione delle fonti è: Hier. Chr. 2379 (in accordo con la fonte e Pomerium IV, 35
la lezione da scegliere per l’anno è «CCCLXV»); Is.
Chr. 344; PD HR
X, 14; Or. VII, 30, 1-3; Ruf. X, 33; Is. Chr. 345.
Fonte
indicata per il secondo paragrafo: Hier. Chr.
2382. La successione delle fonti è: Martin. 416, 46; 417, 10; non so di dove
tragga le notizie sui vescovi romagnoli, ma l’inserzione è del tutto
inconsueta, e dubito fortemente della sua autenticità, visto che non si trova
niente di simile nelle altre opere di R.; Martin.
417, 7; Or. VII, 30, 4-6; Hier. Chr. 2380; non so di dove tragga la notizia su Ilarione;
solito discorso per Pigmenio martire, come per Quiriaco; Iac. a Vor. LA 338; solito
discorso per Donato martire; Iac. a Vor. LA
338; solto discorso per i martiri Gallicano, Sabiniana; Martin. 452, 30; solto discorso per i martiri Giovanni e
Teodoro.
De
Ioviano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 36.
Fonte
indicata, esattamente: Hier. Chr.
2380.
De
Valentiniano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 37.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2381-2391, Or. 7, 32, 4, 6, 14, Sicardo p. 125; Martin. p. 417. La successione delle
fonti è: Martin. 452, 40; Hier. Chr.
2382; Veg. I; Ruf.
XI, 10; PD HR XI, 3. 2; Hier.
Chr. 2384; 2385; 2386;
2388; Martin. 417, 6-7; Hier. Chr.
2389; 2390; 2392; Or. VII, 32, 14.
De
Valente augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 38.
Fonti
indicate: Hier. Chr. 2391-93, Or. 7, 33, 1, 6-7, 13-15, Vincenzo Bellovacense 14, 58, 61, 88. La successione delle fonti è: Or. VII, 33, 1. 10. 6-7; Hier. Chr. 2392; 2394; Or.
VII, 33, 14-15; PD HR XI, 8; Ruf.
XI, 4-9 («Gregorius et Petrus fratres
Basilii» non va tra parentesi angolari); Martin.
417, 4.
De
Gratiano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 39.
Fonti
indicate: PD HR 11,
14-16, 12, 7, Prosp. aa. 378-388, forse Is. Chr. 354-55, Sicardo pp. 128-29, Martin. p. 417. La successione delle fonti è: Prosp. 1167; PD HR XI, 12; Chr.
Rav. 573; Prosp. 1171; 1175; PD HR XI, 15; Martin.
417, 15-26; Prosp. 1186; 1175; Martin. 453, 13-14; PD HR XI, 16; Prosp.
1183.
De
Valentiniano Secundo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 40.
Fonti
indicate: PD HR 11,
16, 17, 12, 1-2, Prosp. aa. 385-395, Is. Chr. cc. 359, 360, 369, Sicardo p. 127. La successione
delle fonti è: Prosp. 1184; Or. VII, 34, 10; PD HR XII, 2; Prosp. 1187; 1201; 1204; 1205; Is. Chr. 360; Or.
VII, 35, 10.
De
Theodosio Primo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 41.
Fonti
indicate: PD HR 12,
3-4, 7-8, Prosp. a. 395, Sicardo
pp. 128-29, Martin. pp. 453, 417.
La successione delle fonti è: Prosp.
1198; Or. VII, 35, 11. 13; Prosp. 1201; Or. VII, 35, 14-19; PD
HR XII, 7-8; Or. VII, 35, 23; Chr. Rav. 526; 573; Is.
Chr. 353; 358; Prosp. 1204; Martin. 417, 28-33. 51; non son con certezza la fonte per
Prudenzio: potrebbe derivare da un’aggiunta, piuttosto comune, a Hier. VI, nota come capitolo CXXXVII: «Prudentius
Calagoritanus, versificator insignis...»; Prosp.
1205.
De
Archadio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 42.
Fonti
indicate: Or. 7, 37, 2, 12-16, PD
HR 12, 9, 12, Prosp.
aa. 400-405, Is. Chr. c. 366, Martin.
pp. 417-18; forse un fraintendimento del Liber Pontificalis p. 87 per Anastasio. La successione delle fonti è: Prosp. 1207; non so di dove tragga le
notizie sulla morte di Martino di Tours ed Ambrogio (che però Or. VII, 36, 7 dice «paulo ante
defunctum»): anche in questo caso probabilmente da vitae viste a Santa Giustina; Is. Chr. 366; Martin. 417, 34-35. 38-40 (ed il brano «et nullum-episcopi»
non va tra parentesi angolari); Prosp.
1217-18; 1221-23; Martin. 417, 41-42. 44-47. 45; 51-418, 2; Prosp. 1227-28; PD HR XII, 12;
Or. VII, 37, 4. 16; Prosp. 1229-32; Martin. 453, 14; non
so di dove tragga le notizie su Prudenzio; Prosp.
1233-34.
De
Honorio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 43.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: Prosp.
aa. 408-418, Or. 7, 40, 1-2, forse 32, 11, PD HR 12, 13-15, 13, 2. La successione delle fonti è: Prosp.
1235-40; PD HR XII, 13-15; Prosp.
1250; 1252; PD HR XII, 15; XIII, 2-3; Prosp.
1267.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo:
Martin. pp. 418, 457, Prosp.
aa. 419-420, PD HR 13,
2-4, Liber Pontificalis p. 91,
Sigeberto, pp. 306-07, Sicardo, pp 130-131. La successione delle fonti è: Martin. 418, 3-4; Prosp.
1264-66; 1261; Martin. 418, 4-5; 6-8; Prosp.
1271; Chr. Rav. 573; Prosp. 1274.
Fonti
indicate per il terzo paragrafo: PD HR 13, 6,
7, Vincenzo Bellovacense 19, 14, Martin. p. 418. La successione delle
fonti è: Rigor. 18; Chr. Rav. 573; Prosp.
1281; Martin. 418, 9-14; non so di dove tragga per Cassiano; PD HR XIII, 7; Chr. Rav. 576 (ed il brano «cuius tempore-dicitur» non va tra
parentesi angolari, eccetto le note di R. in qualità di testimone oculare).
De
Theodosio Secundo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 44.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: PD HR 13,
9-11, Prosp. aa. 424-31, Liber
Pontificalis p. 94, Sicardo, pp
132-33, Martin. p. 418, Agnell. pp. 307, 310-12. La successione
delle fonti è: Chr. Rav. 573; Is. Chr. 376 (ed il «sex», in accordo con la fonte e Pomerium IV, 44,
1, è da correggere in «VII»); Prosp.
1295; PD HR XIII, 9; Prosp.
1297; Chr. Rav. 573; Prosp. 1301; 1304; PD HR XIII, 10; Prosp.
1306-10; Chr. Rav. 577; Prosp. 1321.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: PD HR 13,
12, 14, 16, 14, 2, Prosp. a. 443, Martin. pp. 418, 453-54. La successione delle fonti è: Prosp. 1327; PD HR XIII,
14; Prosp. 1341; Martin. 418, 37-44; 454, 50-51 (ed il brano «Huius-Emilia»
non va tra parentesi angolari); PD HR XIV, 2; XIII, 16; Prosp.
1349-50; 1353.
Fonti
indicate per il terzo paragrafo: PD HR 13,
18, Is. Chr. 379, Vincenzo Bellovacense 20, 31, forse Martin.
pp. 453-54. La successione delle fonti è: Is.
Chr. 379; Martin. 454, 19-25; PD HR XIII, 18.
De
Valentiniano III augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 45.
Fonti
indicate: PD HR 13,
18, 14, 1-15. La successione
delle fonti è: PD HR XIV, 1. 15. 19. 2. 8-13. 14; Is. Chr. 391; PD HR XIV, 15; Chr. Rav. 574-75.
De
Martiano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 46.
Fonti
indicate: PD HR 14,
16-9 [?, sic, G. Z.], Martin. p.
454, Vincenzo Bellovacense 20,
27. La successione delle fonti è: Prosp.
1361; PD HR XIV, 16-19; XV, 5; Martin. 454, 30-31; PD
HR XIV, 18; non so di dove
tragga le notizie sulle reliquie trovate da Eudosia: ancora una volta
probabilmente da vite lette a
Santa Giustina.
De
Leone augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 47.
Fonti
indicate: PD HR 15, 1,
3, 5-6, Martin. pp. 419, 454. La
successione delle fonti è: PD HR XV, 1. 7; Martin. 419, 14-20; PD
HR XV, 4. 5; Martin. 419, 21. 29; 454, 50-51. 59; Is. Chr. 384-85; PD HR XV, 6 (e i due brani «idest Gothis-tenuerunt» e
«idest Gothis orientalibus» non vanno tra parentesi angolari).
De
Zenone augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 48.
Fonti
indicate: PD HR 15,
7-10, 14-20, Beda a. 499 oppure Is.
Chr. cc. 388, 391, Martin. p. 419, Agnell.
p. 338. La successione delle fonti è: Agnell.
94 (e «Ysauricus» non va tra parentesi angolari); Martin. 455,
3-5; PD HR XV, 7; non so di dove tragga per i cavalieri della
Tavola Rotonda; PD HR XV, 7-10; Martin. 419, 37-39; PD
HR XV, 14-19; Is. Chr. 388; PD HR XIV, 15; Martin. 420, 16; PD HR XIV, 20.
De
Anastasio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 49.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: PD HR 15, 7,
16, 2, 3, 5, Martin. pp. 419-20. La successione delle fonti è: Is. Chr. 389; PD HR XVI, 2; Martin. 419, 46-47. 48; 456, 15; 420, 1-3. 9-11; PD HR XVI, 2-3; Martin. 420, 18-20. 25-26; 455, 23-25.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: nessuna. La successione delle fonti è: Chr.
Rav. 576 (naturalmente eccetto
«dirutam anno Christi MCCXCV», quando probabilmente R. assiste personalmente
all’evento); Martin. 420, 16; PD HR XVII, 4.
De
Iustino augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 50.
Fonti
indicate: PD HR 16,
6-11, Martin. pp. 420-21, 455. La successione delle fonti è: PD HR XVI, 6-7; non so quale sia quella «cronica» da cui
trae per Boezio; Martin. 455, 47-49; 420, 31; non so di dove tragga per san
Leonardo; Martin. 455, 54; 420, 30-33; 455, 30-31; PD HR XVI, 8-9; Chr. Rav. 577 (ed il brano «sepultus-Rotunda» non va tra
parentesi angolari); PD HR XVI, 11.
De
Iustiniano augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 51.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: PD HR
16, 11-14, 17, 20, 22, 16, Iordanes Getica p. 306 oppure Romana p. 368, Vincenzo 21, 6, 49, Martin. pp. 420-21, 456. La successione delle fonti è: Martin. 455, 50; 420, 36-37; non so di dove tragga la
parentela con Gregorio I; PD HR XVI, 12; Martin. 420, 39-40; 456, 15; 420, 42; Cr. Ven. 111, 19; Is.
Chr. 399c-400; Martin. 420, 44; 45-46; PD
HR XVI, 13; Martin. 421, 1-4; 5-20; PD
HR XVI, 14; 17, 22, 20;
XVII, 6.
Nessuna
fonte indicata – né io ho ritrovato – per il secondo paragrafo.
Fonti
indicate per il terzo paragrafo: Paolo Diacono, Historia Langobardorum 2, 1-5
oppure PD HR 17,
4-6, Martin. pp. 421, 455-56 oppure Vincenzo 21, 73. La successione delle fonti è: Martin. 456, 16-17; PD
HR XVII, 5; Martin. 421, 23-25; 456, 2-3; 421, 22 (e la nota relativa a
Remigio non va tra parentesi angolari). 25-28; PD
HR XVI, 23; Martin. 455, 51; PD HR XVII, 2.
Fonti
indicate per il quarto paragrafo: Agnell.
p. 336, Martin. pp. 421, 456, Liber Pontificalis p. 305. La successione delle fonti è: Chr. Rav. 577 (e tutto il brano «Ecclesias-Classe» non va tra
parentesi angolari); Martin. 421, 29-40; Agnell.
89; PD HR XVII, 4; Agnell. 90.
De
Iustino II augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 52.
Fonti
indicate: PD HR 17, 10,
12 oppure Historia Langobardorum 2, 4, 7, 23, 26, 27, 3, 11, Martin. pp. 421-22, 456, Agnell.
p. 337. La successione delle fonti è: Martin. 456, 25; Agnell.
96; PD HR XVII, 10; Agnell. 96; Iac. a Vor. LA 825-27;
Chr. Rav. 577; neppure io so di
dove tragga per la durata del regno longobardo in Italia; Martin. 421, 41-44; 456, 39-40; Chr. Rav. 577; Martin. 421, 42-43. 46-47; PD
HR XVII, 17; Martin. 421, 45-422, 1.
De
Tiberio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 53.
Fonti
indicate: PD HR 17,
13-14, Martin. p. 457. La successione delle fonti è: Is. Chr. 404; Martin. 457, 1-3. 7; PD
HR XVII, 14.
De
Mauritio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 54.
Fonti
indicate: PD Historia
Langobardorum 3, 18, 4,
21, 23, 28, Martin. pp. 422, 457, Iac.
a Vor. LA (ed Graesse) p. 827. La successione delle fonti è: Is. Chr. 406; PD HR XVII, 16-20; Martin. 422, 7-11; PD HL
IV, 23. 28; PD HR XVII, 21. 24; Iac.
a Vor. LA 827; PD HL
IV, 21; Martin. 457, 14.
De
Phocace augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 55.
Fonti
indicate: PD HR 17, 25,
Martin. pp. 422, 457, Agnell.
p. 344. La successione delle fonti è: Is.
Chr. 410 (per la discordanza vedi
Pomerium 55); Martin. 422, 25-26. 30-31. 32-44; PD HL IV, 29.
De
Eradio [inaccettabile: Eraclio, come nelle fonti ed in Pomerium 56 e
successivamente nel Compendium]
augusto... De Constantino augusto... De Eradona [inaccettabile: Eraclonas, come nelle fonti ed in Pomerium 56 e
successivamente nel Compendium]
augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 56.
Fonti
indicate: PD HR 17, 25,
Beda cc. 540-45, Goffredo da Viterbo pp. 196, 198, Martin. pp. 422,
457-58. La successione delle fonti è: Is.
Chr. 414; Martin. 457, 40-43;
422, 46-47; Is. Chr. 417; Martin. 458, 11-13; per Costantino II la fonte dovrebbe
essere Martin. 457, 38, che però dice solo la durata del regno
insieme al padre: 31 anni; non so di dove tragga la notizia della morte per
inganno di Martina e Pira, che, del resto, non è né in Pomerium né in Compendium; PD HR XVII, 26; Martin. 422, 49; PD HR XVII, 27.
De
Constantino augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 56-57.
Fonti
indicate: PD HR 17, 37,
Is. Chr. cc. 415-16, Sigeberto pp. 324, 326, Goffredo pp.
198-99, Martin. pp. 423, 458, Agnell.
p. 349. La successione delle fonti è: Martin. 428, 20; invece di «DCXLII» va accettata la lezione
«DCXLI», come in Pomerium IV, 57, 1; non so di dove tragga par le mutilaioni di
Eradona e Martina; Martin. 423, 3-7; 457, 43-44; 423, 15; 458, 17-19; 457,
39-40; 457, 50-458, 3; 423, 18; 423, 23-25; PD
HR XVII, 29; Martin. 423, 29-31. 35-36; Chr. Rav. 577; Martin. 423, 38-39; Ughelli
518 (e tutto il brano «Marinum-civitatem» non va tra parentesi angolari); Martin. 458, 40-48; PD HL
VI, 5; PD HR XVII, 33.
De
Constantino augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 58.
Fonti
indicate: PD HL 5, 30 oppure PD HR
17, 37-38, Martin. pp. 424, 458-59, forse Vincenzo 23, 126, Agnell.
pp. 349-60, Iac. a Vor. LA p. 833. La successione delle fonti è: Martin. 458, 47 (l’anno «DCLXXI» va corretto in «DCLXX»,
come in Pomerium IV, 58, 1); Martin. 424, 1-9. 14. 10-11; Agnell.
110. 115. 117. 124; Martin. 424, 13-16; Chr. Rav.
577; Martin. 424, 19-20; PD
HR XVII, 38; PD HL VI, 5; Martin. 424, 17-20.
25. 30. 31; Iac. a Vor. LA 833; PD HR XVII, 39.
De
Iustiniano II augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 59.
Fonti
indicate: PD HR 17, 39
oppure HL 6, 11, Martin. pp. 424, 459, forse Vincenzo 23, 132. La successione delle fonti è: Martin. 459, 14 (l’anno «DCLXXXVIII» va corretto in
«DCLXXXVII», come in Pomerium IV,
59, 1); PD HR XVII,
39; Martin. 424, 34-36; ancora PD
HR XVII, 39; Martin. 424, 43-48; di nuovo
PD HR XVII, 39 (ed il
brano «Africa-Saracenis» non va tra parentesi angolari).
De
Leone augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 60.
Fonti
indicate: PD HL 6, 12, Martin. pp. 425, 459. La successione delle fonti è: Martin. 459, 21 (invece di «DCXCVIII» va accolta la lezione
«DCXCVII», come in Pomerium IV, 60, 1); PD HR XVII, 40. 45; Martin. 459, 22 (ed il brano «Hoc-maximi» non va tra
parentesi angolari); Martin. 425, 4-5; Iac.
a Vor. LA 833.
De
Tyberio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 61, 1-2.
Fonti
indicate: PD HR 17,
40-42 oppure HL 6, 13-14, Martin. pp. 425, 459. La successione delle fonti è: Chr.
Cas. 486, 10 (l’anno «DCCI» va
corretto in «DCC», come in Pomerium IV, 61, 1); PD HR XVII, 41-42;
Martin. 425, 7-8.
De
Iustiniano iterum
Abbrevia
Pomerium IV, 61, 3-4.
Fonti
indicate: PD HR 17, 44
oppure HL 6, 31, Martin. p. 425. La successione delle fonti è: Martin. 459, 31-32 (invece di «DCCVIII» va accolta la
lezione «DCCVII», come in Pomerium IV,
61, 3); PD HR XVII,
44; Martin. 425, 11-12. 13-17.
De
Phylippico augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 62.
Fonti
indicate: PD HR 17, 46
oppure HL 6, 34, Elinando aa. 715, 716, Martin. pp. 425, 459.
La successione delle fonti è: Martin. 459, 38 (invece di «DCCXIIII» va accolta la lezione
«DCCXIII», come in Pomerium IV, 61, 3); PD HR XVII, 46.
De
Anastasio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 63.
Fonti
indicate: PD HR 17, 46,
forse Elinando a. 717. La successione delle fonti è: Martin. 459, 41; PD HR XVII, 46-47; Martin. 460, 28-31; non so di dove venga «Alpaide»; Martin. 425, 21-23. 26; non so di dove tragga per Cesario ed
Albino; Iac. a Vor. LA 833.
De
Theodosio augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 64.
Fonti
indicate: PD HR 17,
47-49 oppure HL 6, 36, forse Elinando a. 717. La successione delle
fonti è: Martin. 459, 44; PD HR XVII, 47-48.
De
Leone Hysmaro [inaccettabile: Isaurus, come nelle fonti ed in Pomerium 65]
augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 65.
Fonti
indicate: PD HR 17, 51,
50, 53, 52, Elinando a. 719, Martin. pp. 425-26, 459-60. La successione delle fonti è: Martin. 459, 46; PD HR XVII, 51. 49-50; Martin. 425, 37-46; 460, 10. 11-13; PD HR XVII,
51-53; PD HL VI, 48; non so
di dove tragga per Faenza; Martin. 425, 48-426, 1; PD
HR XVII, 53.
De
Constantino augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 66.
Fonti
indicate: Elinando a. 731, Martin. pp. 426, 460-61, Iac.
a Vor. LA p. 832, Vita Anselmi pp. 567-69. La successione delle fonti è: Martin. 460, 14-15; non so di dove tragga per Beda; Martin. 426, 1-9; 460, 45-49. 19-21; 567, 7-11. 18-23.
27-28; 568, 9. 21-22. 26 (per il numero dei monaci va accolta la lezione «cc»,
come in Pomerium IV, 66, 5); Martin. 460, 50-461, 7; Iac.
a Vor. LA 832; Martin. 426, 13-18; 460, 26; 426, 19; non so di dove tragga
per il congelamento del mare.
De
Leone augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 67.
Fonti
indicate: Martin. pp. 426, 461, Vincenzo 23, 167, 171. La successione delle fonti è: Chr.
Cas. 486, 17; Martin. 461, 13-14; 426, 30-31. 33-36; 461, 8-9.
De
Constantino et Hierene...
Abbrevia
Pomerium IV, 68, 1-6.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: probabilmente Martin. pp. 426, 461, Vincenzo 23, 170, 172, 175, 176, 24, 3, Iac. a
Vor. LA p. 835, forse Elinando a. 812 oppure Sicardo p. 153. La
successione delle fonti è: Chr. Cas. 486, 19-21; Martin. 461, 15-19. 21-23; Chr. Cas. 486, 23 (ed il brano «Taurucius-regnavit» non va tra
parentesi angolari); Martin. 461, 24-28.
Fonte
indicata per il secondo paragrafo: Martin. p. 426 (rr. 37-47), ma bisogna aggiungere
genericamente Turp.
Fonti
indicate per il terzo paragrafo: Iac. a
Vor. LA p. 835, Vincenzo 23, 169. La successione delle fonti è:
Iac. a Vor. LA 835; non so di dove tragga per Egidio abbate né
per Roncisvalle; Iac. a Vor. LA
834 (e «cum Longobardis» non va tra parentesi angolari); Martin. 427, 8-11; neppure io so di dove tragga per Mamerco,
o Mamerto, vescovo di Vienna; non so di dove venga la data dell’accecamento di
Costantino; Martin. 461, 29-30; 427, 14-15.
De
divisione...
Assente
dal Pomerium.
Nessuna
fonte individuata.
Sermo
de ortu imperii... Questio utrum dignius...
Ripete
per lo più testualmente Pomerium IV,
68, 7-15.
Nessuna
fonte indicata, ma suggerito un confronto con Or.
2, 1, 4-6. Le fonti - solo del
primo paragrafo - sono: Or. II, 1,
3-5; I, 1, 17-18; 2, 18; per il resto R. riassume per conto suo.
Diviso
imperii...
Abbrevia
Pomerium IV, 69.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: probabilmente Elinando aa. 801-02, 809, 811,
812, Vincenzo 23, 168. 161, 24, 25, Flores Temporum p. 234 e, per gli Unni, forse Eginardo 12-13. La
successione delle fonti è: Martin. 427, 14-15; 461, 29-30; Einh. 36, 1; Martin. 461, 38; Einh.
6, 21; non so di dove tragga per il paragrafo – assente sia nel Pomerium
sia nel Compendium!- relativo alla durata del regno di Carlo in Italia
ed in Francia, e di Pipino in Italia; Einh.
22, 9-11; 23, 5-6; non so di dove tragga per la morte di Pipino a Milano; Einh. 24, 6-11; Martin. 462, 6-7; Einh. 15, 24-16, 16.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: Martin. pp. 426, 461-62, Vincenzo 23, 173, Iac. a
Vor. LA p. 837. La successione delle fonti è: Martin. 426, 48-51; 461, 44-49; Chr. Rav. 577; Iac. a
Vor. LA 836; non so di dove tragga per Bondeno, Egidio ed il duca
Guglielmo.
De
Lodovico augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 70.
Fonti
indicate: Martin. pp. 426, 427, Vincenzo 24, 26-28, 34, Iac.
a Vor. LA p. 837. La successione delle fonti è: Iac. a Vor. LA 837; Martin. 462, 10; 427, 24; Iac.
a Vor. LA 837; Martin. 427, 27. 34. 38; non so di dove venga la nota
sull’istituzione della festa dei defunti e quella su Bernardo; Martin. 462, 16; 427, 43-48; 462, 32-35.
De
Lothario augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 71.
Fonti
indicate: Vincenzo 24, 35, 36, Martin. pp. 462, 428,
Iac. a Vor. LA p. 837. La successione delle fonti è: Martin. 462, 37-39; 428, 1-3; Iac. a Vor. LA 837; Martin. 428, 4-8; 462, 50-52; Hier. Chr.
2335; Martin. 462, 48-49.
De
Lodovico Balbo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 72.
Fonti
indicate: Sigeberto pp. 340-41, Sicardo p. 155, Vincenzo 24, 41, Flores Temporum p. 235, Martin. pp. 463, 428-29, Iac.
a Vor. LA p. 838. La successione delle fonti è: Martin. 463, 1-2 (e per la durata del regno va accolta la
lezione «xxi», in accordo con la fonte e Pomerium IV, 72,
1); 429, 30; 428, 27-37; 463, 7-8; Iac. a
Vor. LA 838; Martin. 463, 13-15; 429, 1; 463, 8-9; non so di dove venga
la menzione di papa Paolo II; Martin. 429, 39. 6-16. 21; Iac.
a Vor. LA 838.
De
Karolo Calvo augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 73.
Fonti
indicate: Martin. pp. 463, 429. La successione delle fonti è: Martin. 463, 16-17; 429, 26-28; 463, 19-20.
De
Karolo Simplice augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 74.
Fonti
indicate: Vincenzo 24, 47-48, 53,
Martin. pp. 463, 429, Goffredo Viterbense p. 230. La
successione delle fonti è: Martin. 463, 25-27 (l’anno indicato in Pomerium IV, 74,
1 è «dccclxxiii», come qui attestato in DN); 429, 36. 37; 463, 27; Rigor. 18 (e non è vero che R. confonda
Rollone col Guiscardo: in Pomerium IV,
74, 3 aggiunge: «ex quibus fuit
Robertus Guiscardus»); Martin. 463, 39-40.
De Arnulfo
augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 75.
Fonti
indicate: Vincenzo 24, 45, 57, Martin. pp. 463, 429-30, Elinando a. 902. La successione
delle fonti è: Martin. 463, 41-49; 430, 7; 429, 40-42. 46-47.
De
Ludovico Tertio augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 76.
Fonti
indicate: Martin. pp. 463-64, 430, per confronto Goffredo Viterbense
pp. 230-31. La successione delle fonti è: Martin. 463, 49-50. 52; non so di dove venga la nota
relativa ad Ugo di Borgogna; 463, 54-464, 1; 430, 7-10. 11. 12. 13-15. 17-20.
De
Berengario I non augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 77.
Fonti
indicate: per confronto Martin. pp. 464, 430. La successione delle fonti è: Martin. 464, 1-4; 430, 22-25; 464, 5. 4; 430, 23-29.
De
Corrado non augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 78.
Fonti
indicate: Sigeberto p. 345, Elinando aa. 912, 916, Goffredo p. 232, Vincenzo 24, 62, Martin. pp. 464, 430. La fonte è Martin. 464,
6-9.
De
Berengario II non augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 79.
Fonti
indicate: per confronto Martin. pp. 464, 430. La fonte è Martin. 464,
10; 430, 30. 32.
De
Henrico non augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 80-81.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: Vincenzo 24, 63, 66, Martin. pp. 464, 430. La successione delle fonti è: Martin. 464, 11-19; 430, 33-37. 39-40. 46. 48. 50-52; non so
di dove vengano le notizie sugli Ungari in Gallia e Spagna.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: nessuna, e neppure io sono stato capace di
identificarle.
De
Berengario III non augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 82.
Fonti
indicate, esattamente: Martin. pp. 464 [40], 431 [1. 3].
De
Lothario non augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 83.
Fonti
indicate, esattamente: Martin. p. 464 [41-42].
De
Berengario IIII
Parallelo
a Pomerium IV, 84.
Fonti
indicate: Martin. pp. 464-65, 431, forse Flores Temporum p. 236, Goffredo p. 233. La successione delle fonti
è: Martin. 464, 43-45; 431, 5-6. 10-11; 465, 2-4.
De
Othone I augusto
Parallelo
a Pomerium IV, 85.
Fonti
indicate: Martin. pp. 465, 431. La successione delle fonti è: Martin. 464, 37-38; 465, 5-6 (per la durata del regno, in
accordo con la fonte e Pomerium IV,
85, 1, va accolta la lezione
«xii»); 431, 10; 465, 7-10.
De
Othone II augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 86.
Fonti
indicate: per confronto Sicardo p. 159, Vincenzo 24, 88, Martin. pp. 465, 431, Iac.
a Vor. LA p. 838. La successione delle fonti è: Martin. 465, 22; 431, 20-22. 24. 26; 465, 42-46; Iac. a Vor. LA 838; 465, 22-26;
431, 32-33.
De
Othone III augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 87.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: per confronto Sicardo pp. 159-60, Goffredo p. 238,
Sigeberto p. 352, Vincenzo 24,
91, 107, Martin. pp. 466, 431-32,
Iac. a Vor. LA p. 839. La successione delle fonti è: Martin. 466, 1-2; Iac.
a Vor. LA 839; Martin. 431, 34. 35. 40; Rigor.
18; non so di dove tragga per la durata del regno di re Roberto; Martin. 432, 4. 6. 7. 13-15; 466, 2-10.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: per confronto Sicardo p. 160, Martin. p. 432, Iac. a
Vor. LA p. 839. La successione delle fonti è: Martin. 432, 19. 23-36; Iac.
a Vor. LA 839; Martin. 466, 1; non so di dove tragga gli anni di vacanza
dell’impero e la notizia dell’assedio di Capua; Martin. 432, 40. 41. 49.
De
Henrico augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 88.
Fonti
indicate: per confronto Sicardo pp. 159-60, Goffredo p. 240, Flores Temporum
p. 237, Martin. pp.
432, 466, Iac. a Vor. LA p.
839. La successione delle fonti è: Martin. 466, 27; Iac.
a Vor. LA 839; Martin. 432, 43-47; Iac.
a Vor. LA 839; Martin. 465, 42-44; 432, 51-433, 4; non so di dove tragga la
notizia dell’occupazione della Terrasanta; Martin. 466, 27-31.
De
Conrado augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 89.
Fonti
indicate: per confronto Goffredo p. 241, Martin. pp. 466-67, 433, Iac.
a Vor. LA pp. 839-40, e probabilmente Sigeberto a. 1031. La
successione delle fonti è: Martin. 466, 37; Iac.
a Vor. LA 839; Martin. 432, 8; 433, 9; non so di dove vengano le notizie su
re Roberto ed Enrico di Francia; Iac. a
Vor. LA 839-40; Martin. 433, 11-14.
De
Henrico augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 90.
Fonti
indicate: per confronto Sicardo p. 161, Martin. pp. 433, 467, Iac.
a Vor. LA p. 841, Vincenzo 25, 34. La successione delle fonti è: Martin. 467, 14-15; Iac.
a Vor. LA 841; Martin. 467, 16-17; 433, 26-42; 467, 19-25.
De
Henrico II augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 91.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: per confronto Sicardo p. 161, Vincenzo 25, 117; Martin. pp. 467-68. 433-34, Iac.
a Vor. LA p. 841. La successione delle fonti è: Martin. 433, 44. 46. 51-434, 2; 468, 5-8; non so di dove
tragga le notizie su Matilde e Bonifacio di Canossa; Martin. 434, 4-7; Iac. a Vor. LA 841; Martin. 434, 8-16. 23.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: Sicardo pp. 161-62, per confronto Elinando
aa. 1101-02, Vincenzo 26, 10, Martin. pp. 434-35, 467-68 e Iac.
a Vor. LA pp. 841-42. La successione delle fonti è: Martin. 467, 35-36; 434, 39-43; non so di dove vengano le
notizie su Pietro Alfonso; BT 670. 679-80. 683. 695. 722; Martin. 435, 8; 468, 16-19; 435, 1-2; 435, 3-4; non so di
dove venga la nota su Goffredo «de Buione»; Martin. 435, 11; non so di dove venga la notizia - si trova
anche nella Parva 616-19 -
sull’assedio di Ferrara da parte di Matilde.
De
Henrico III augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 92.
Fonti
indicate: per confronto Sicardo p. 162, Goffredo p. 255, Vincenzo 26, 9, Martin. pp. 435-6, 468-69, Tommaso Tosco p. 496, Iac. a Vor. LA p. 842. La
successione delle fonti è: Martin. 468, 51-469, 21 (per la durata del regno, in accordo
con la fonte e Pomerium IV, 92, 1, va accolta la lezione «XV»); 435, 11-22. 9; Iac. a Vor. LA 842; non so la
fonte per la morte di Matilde; Martin. 435, 37-39; Iac.
a Vor. LA 842; Martin. 435, 29-30; anch’io non conosco la fonte per
l’ordine degli Ospitalieri; Martin. 435, 40-46; 469, 18-19; 435, 48; BT 761; non so la
fonte per la cattura di Baldovino; Martin. 435, 49-436, 2; 469, 11-12; Iac. a Vor. LA 842.
De
Lothario augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 93.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: per confronto Gilberto p. 133, Vincenzo 27, 1, Martin. pp. 469, 436, Iac.
a Vor. LA p. 842. La successione delle fonti è: Martin. 469, 22-23 (per la durata del regno si deve scegliere
la lezione «XI» come nella fonte ed in Pomerium IV, 93,
1, e non «XII»); 33-34; Iac. a Vor. LA
842; Martin. 436, 4-5.
19-20.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: nessuna. Le fonti sono: Martin. 469, 35-37; 469, 11-12; Cr. Ven. 114, 50-54.
Fonti
indicate per il terzo paragrafo: Martin. p. 469. Le fonti sono: Martin. 469,
37-39; Iac. a Vor. LA 843; Martin. 469, 46.
De
Conrado de Suevia augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 94.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: per confronto Vincenzo 29, 2, Martin. pp. 469, 436,
Iac. a Vor. LA p. 843, forse Gilberto p. 133. La successione
delle fonti è: Martin. 469, 35 (per la durata del regno si deve scegliere
la lezione «XV» come nella fonte ed in Pomerium IV, 94,
1, e non «XII»); 436, 21-26; non so la fonte per la concessione dell’insegna; Martin. 468, 30-33; 469, 39-42; Iac. a Vor. LA 843.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: per confronto Martin. p. 469 e
probabilmente Goffredo p. 261. La successione delle fonti è: Iac. a Vor. LA 843; Martin. 469, 46; 470, 34; 469, 47-48; per il cenno al
monastero di S. Felice R. si rifà ad una ben nota tradizione bolognese.
De
Frederico I augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 95.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: per confronto Sicardo pp. 165-66, 168,
Goffredo p. 264, Vincenzo 29, 2,
3, 12, 46, Martin. pp. 469-70, 436-37,
Iac. a Vor. LA p. 843. La successione delle fonti è: Martin. 469, 49; 470, 1-2 (da cui risulta che «vir largus et
strenuus» è Federico, non il papa) e 13;
Iac. a Vor. LA 843; Martin. 436, 37; Cr. Ven. 115, 2-3; Martin. 436, 41 (la durata del pontificato è di anni «IIII»,
come nella fonte ed in Pomerium
VI, 2, 191); il miracolo del
sangue così negli Annales Ferrarienses (1101-1211) edizione Ph.
Jaffé, MGH SS 18, a. 1156; la distruzione di Cremona in Ann: Ferr. 1158; non so la fonte per la costruzione del castello
di Lodi; Martin. 470, 28; Iac.
a Vor. LA 843; Martin. 470, 31-32; 437, 1-9; Iac. a Vor. LA 843; Martin. 437, 16-17; 470, 10-11; non so di dove tragga per il
numero dei morti.
Fonti
indicate per il secondo paragrafo: nessuna. R. attinge ad una propria
conoscenza diretta dei fatti ed a Martin. 437, 10-11.
Fonti
indicate per il terzo paragrafo: nessuna. Anch’io non so di dove tragga.
Fonti
indicate per il quarto paragrafo: per confronto Sicardo p. 174, Vincenzo 29, 3, 40, 44, 52, Martin. p. 437, Iac. a
Vor. LA p. 843. La successione delle fonti è: Martin. 437, 11-15; Iac.
a Vor. LA 843; Martin. 437, 25-27; non so la fonte per Primas, la neve, la
morte di Bernardo, Gabriele da Camino; Martin. 434, 44; 437, 11: 22; 469, 5; 470, 27-28; non so la
fonte per il marchese di Monferrato.
Fonti
indicate per il quinto paragrafo: nessuna. La successione delle fonti è: Martin. 437, 28-30; non so la fonte per la visita a Verona
di Giocchino da Fiore; Martin. 437, 29-30; BT 808, 810; non so di dove tragga per
la durata dell’occupazione cristiana; Martin. 437, 28-30; Chr. Ven. 115, 112-15.
De
Henrico de Suevia augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 96.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: per confronto Sicardo pp. 173-78, Gilberto p.
134, Vincenzo 29, 51, 54, 61, 64,
90-91, Martin. pp. 470-71, 437, Tommaso Tosco pp. 507-08. La successione delle fonti è: Martin. 470, 43. 46-47; Iac.
a Vor. LA 843; non so la fonte per l’uccisione di Corrado
marchese di Monferrato e per la morte di Saladino; Martin. 437, 31-33.
37-40; non so la fonte per i Cremonesi; Martin. 437, 37-38; 470, 43-46; non so la fonte per
Uguccione.
Di qui
in avanti Hankey non indica più possibili fonti, ma solo rimandi e confronti
con cronache o studi. La successione delle fonti per il secondo paragrafo è: Martin. 471, 1-5: Rigor.
50; Martin. 437, 40-41;
non so di dove tragga per la morte di Enrico.
La
successione delle fonti per il terzo paragrafo è: non so di dove tragga per la
presa di Argenta; Martin. 471, 14-16; 438, 38-40; 471, 12-13; non so di dove
venga «Marculphum» e la notizia sulla fondazione di Bergantino.
De
Othone IIII augusto
Abbrevia
Pomerium IV, 97.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: Martin. pp. 471, 437, Tommaso Tosco pp. 509-10, Iac. a Vor. LA p. 844, Sicardo p.
181. La successione delle fonti è: Iac. a
Vor. LA 844; Martin. 471, 20-22.
La
successione delle fonti per il secondo paragrafo è: non so la fonte per
Giovanni conte; Chr. Mar. 667-68.
La
successione delle fonti per il terzo paragrafo è: per Salinguerra R. è fonte; Chr.
Mar. 668; Iac. a Vor. LA 844.
Le
fonti per il quarto paragrafo sono: Chr. Mar. 668; Martin. 438, 9-10; 437, 43-44; non so la fonte per Goffredo Anglico, probabilmente
notizia di scuola.
Le
fonti per il quinto paragrafo sono: Chr. Mar. 670; Martin. 439, 1-13.
De
Frederico Secundo augusto
Abbrevia,
di qui fino alla rubrica De vacatione..., Pomerium IV, 98.
Fonti
indicate per il primo paragrafo: le solite di Riccobaldo. Le fonti sono: Chr.
Mar. 667-68. 670-71; Iac. a Vor. LA 844; Martin. 471, 26-27; Chr. Mar. 670; Martin. 439, 28-30.
Le
fonti per il resto del capitolo sono: Chr. Mar. 671; non so la fonte per la morte di Filippo; Martin. 438, 42-45; non so la fonte per l’uccisione del principe creduto
Federico; Martin. 439, 7; Chr. Mar. 671; Martin. 439, 13-15; Chr. Mar. 672. 674. 673; Martin. 471, 36-38; Chr. Mar. 674; Martin. 439, 28-30; non so la fonte per Michele Scoto.
Sermo
de ritibus antiquorum
Il
primo paragrafo corrisponde alla rubrica quasi identica in Pomerium IV, 98, 16, ed è contributo originale di R.; non so la
fonte per Nicola «Piscis»; Chr. Mar. 674; non so la fonte per il gelo nella pineta di Ravenna; Chr. Mar. 677 Martin. 439, 16-17. 37.
De
obsidione Ferrarie
Fonti
sono: Chr. Mar. 679; Chr. Rav.
578; Chr. Mar. 679; Martin. 439, 31; Chr. Mar. 679; Martin. 439, 34; Chr. Mar. 681-82; Martin. 471, 39-42; Chr.
Mar. 683-84; per Enzio R. è fonte; Martin. 471, 43-46; Chr. Mar. 683. 685. 674. 684; Chr. Rav. 578; Chr. Mar. 685. 713.
De
vacatione diuturna imperii
Abbrevia
Pomerium 99.
Le
fonti: Martin. 472, 28-29; 442, 31;
di qui in avanti per gli avvenimenti riguardanti Ferrara R. è fonte; Chr. Mar. 695; Martin. 440, 16-21; 472, 44; Chr. Mar. 696; Chr. Rav. 578;
Chr. Mar. 697-98; Chr. Rav. 579; sui monumenti sepolcrali di Accursio ed Odofredo
R. fornisce testimonianza diretta; Chr. Mar. 704-07; Martin. 440, 33; Chr.
Mar. 724; Martin. 473, 2-9; Chr. Mar. 725; non so la fonte per gli avvenimenti di Modena; Chr.
Mar. 722; Martin. 441, 3-4; 473, 21-22. 29-30; Chr.
Mar. 725. 723. 726-28; non so la
fonte per gli avvenimenti fiorentini; Chr. Mar. 728-32; non so la fonte per l’arrivo ad Acri del re
inglese; per gli avvenimenti ferraresi e bolognesi R, è fonte; Martin. 442, 25-40.
De
Rodulpho...
Abbrevia
Pomerium 100.
Per
Guido da Polenta la fonte è Chr. Rav. 579; per i papi Martin. 442, 41-42; 443, 3. 11-21;
476, 13-25.
Di qui
in avanti R. diviene fonte
primaria.
Tralascio
volutamente l’esame delle appendici, che richiederebbe un lunghissimo e
complicato discorso.
Ci siamo limitati in questa sede, come
detto, alla verifica delle fonti, allo scopo primario di dipanare la cronologia
delle aquisizioni progressive di Riccobaldo. Noi davamo
per scontato che Riccobaldo, dopo il secondo, «più disteso» come lo definiva
Giuseppe Billanovich, soggiorno padovano, che aveva fruttato il «magnum
historiarum volumen» dell’Historia Romana, avesse di molto accresciuto le
sue letture; l’edizione però non lo conferma.
La Compilatio arriva alla
primavera del 1313; la Parva con
tutta probabilità risale al 1317; il Compendium al 1318, la Hankey pensa che la composizione dell’Historia
Romana si debba collocare tra 1308 e
1310 [38]; il Massèra tra 1310 e 1313 [39]; io dopo il Compendium e prima della Parva, tra 1313 e 1317 [40]. Ma, se non convincono la studiosa inglese le ragioni
messe in campo prima dal Massèra ed in seguito dal sottoscritto, dovrebbe farlo
almeno ora la constatazione, sicura proprio grazie alla sua edizione, che nella
Compilatio non sono fonti ignote
al Pomerium, e nelle altre sì.
Altri problemi – a riguardo della
cronologia e del ristabilimento del testo - vengono dallo scoprire note
derivanti dalla Compilatio in una copia del Pomerium, come ho già
segnalato fin dal 1991[41].
[1] Ricobaldi Ferrariensis Compilatio chronologica, a cura di A. T. Hankey, Roma 2000 (Istituto storico italiano per il Medio Evo, R. I. S. 3 , 4).
[2] Pomerium pp. 58-63.
[3] Compilatio, pp.
1-2.
[4]
I «mediocriter literati» cui allude Riccobaldo non possono essere semplicemente
quelli che sanno malamente il latino («litteratus» è chi sa leggere e scrivere
in latino, «illitteratus» chi non può, ci ha insegnato H. Grundmann, Litteratus-illiteratus.
Der Wandel einer Bildungsnorm vom Altertum zum Mittelalter, «Archiv für Kulturgeschichte» 40 (1958), p.
13, visto che il Pomerium è pur
sempre in latino. Piuttosto bisognerà pensare a coloro che non hanno
dimestichezza con la scrittura dei codici antichi, che richiedono una
familiarità con essi non acquisita da tutti i - pur - «literati».
[5]
Pomerium, Prologo. Sulla tecnica della
compilazione acute osservazioni in G. Severino, Storiografia, genealogia,
autobiografia. Il caso di Salimbene de Adam,
in Cultura e società nell’Italia medievale. Studi per Paolo Brezzi,
2 voll., Roma 1988 (Istituto storico italiano per il Medio Evo, Studi storici
188-192), pp. 778-779.
[6]
G. Cavallo, La cultura a
Ravenna tra Corte e Chiesa, in Le
sedi della cultura nell’Emilia Romagna. L’alto Medioevo, Milano, 1983, pp. ***: p. 42.
[7]
Cavallo, La cultura scritta a
Ravenna tra antichità tarda e alto medioevo,
in Storia di Ravenna II, 2 Dall’età
bizantina all’età ottoniana, a cura di A.
Carile, Venezia 1992, pp. *** p. 106: «… doveva essere un altro, forse un
codice uscito dall'episcopio della città nel secolo VI (scritto in onciale? In
semionciale?)».
[8]
Come ho già fatto nelle mie edd. della Parva e del Pomerium, riporto
con rispetto e con omaggio tra parentesi quadre e preceduti dalla sigla N.
M., gli appunti del Massèra, così come si
possono leggere nelle sua carte conservate alla biblioteca Gambalunghiana di
Rimini. Sullo studioso A. Campana,
Aldo Francesco Massèra, «Valdilamone», 9
(1929), pp. 119-130, e ora in Campana,
Profili e ricordi, Padova 1996
(Medioevo e Umanesimo, 92), pp. 9-19.
[N. M. 32) G. Mazzatinti, Gli archivi della storia
d'Italia, I, ***1897. 98. pp. 294-305,
ripubblica dall’originale (ma dopo l’Amadesi, vol. I, App. VII, p. 231 sgg.
della Chronotax. ) un inventario
del 15… (sotto l’arcivesc. Pietro Accolti) sec. XVI dell’archivio e poi (pp.
305-309) della Bibliotheca Sanctae Ravennatis Ecclesiae ma
non v’è traccia di una cronaca di Eusebio o di Girolamo].
G. Mazzatinti, Gli
archivi della storia d’Italia, 1 ***
(1897-1898), pp. 295-305; lo ha notato anche Giu. Billanovich,
La tradizione del testo di Livio e le origini dell’Umanesimo. I. Tradizione e fortuna di Livio tra
Medioevo e Umanesimo, I, Padova 1981 (Ente
nazionale F. Petrarca, Studi sul Petrarca, 9), p. 23 nota 1. Non ci aiuta A. Cottignoli, Cultura letteraria e storiografia a Ravenna fra
Medioevo e Umanesimo, in Storia
di Ravenna. III. Dal Mille alla
fine della signoria polentana , a cura di
A. Vasina, Venezia 1993, pp. ***:
pp. 643-648.
[9] A. T. Hankey, Riccobaldo of Ferrara: His Life, Works and Influence, Roma 1996 (Istituto storico italiano per il Medio
Evo, Fonti per la storia dell’Italia medievale, Subsidia 2), pp. 10-13.
[10] Ibid., p. 16.
[11]
Eusebius Werke, 7. Die Chronik
des Hieronymus, 3a edizione, con Introduzione di U. Treu,
Berlin 1984.
[12]
S. Eusebii Hieronymi Interpretatio Chronicae Eusebii
Pamphili, PL 27.
[13]
Vedi anche A. Cottignoli, Dietro le quinte dei «Rerum»:
Muratori fra Boiardo e Riccobaldo, in Per
formare un’Istoria intiera. Testimoni oculari, cronisti locali, custodi di
memorie private nel progetto muratoriano
(Atti della I giornata di studi muratoriani, Vignola, 23 marzo 1991), Firenze
1992 (Biblioteca dell’edizione nazionale del carteggio di L. A. Muratori, 8),
pp. 63-72.
[14] G. Zanella, Riccobaldo e dintorni. Studi di storiografia medievale
ferrarese, Ferrara 1980 (I presupposti, 5), pp. 23 e 45 nota 49.
[15]
G. Ropa, Agiografia e liturgia a Ravenna tra alto e basso
Medioevo, in Storia di Ravenna. III cit., ***pp. 371-372.
[16]
Repertorio della cronachistica emiliano-romagnola (secc. IX-XV) , a cura di B. Andreolli, D. Gatti, R. Greci, G.
Ortalli, L. Paolini, G. Pasquali, A. I. Pini, P. Rossi, A. Vasina, G. Zanella,
Roma 1991 (Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Nuovi Studi Storici,
11), alla voce dedicata alla Chronica, p. 44.
[17] Hankey,
Riccobaldo of Ferrara: His Life cit.,
pp. 3, 10-13.
[18]
Probabile allusione a caratteristiche distintive del canto liturgico locale;
cfr. Ropa, Agiografia e liturgia a Ravenna cit., p.
372 e note relative.
[19]
Vedi anche G. Montanari, Istituzioni
ecclesiastiche e vita religiosa nella diocesi di Ravenna, in Storia di Ravenna. III cit., pp. *** p. 310.
[20]
Qualche altra notiziola doveva essere in margine, cfr. D. Ambrasi, Rufo, Bibliotheca Sanctorum, 11 (1968), pp. 485-487.
[21]
G. Zanella, Il mondo e l’Italia nelle opere geografiche inedite di
Riccobaldo da Ferrara: qualche paradigma di lettura in “Imago mundi”. La conoscenza scientifica nel pensiero
bassomedioevale, Todi 1983 (Accademia tudertina, Convegni del Centro di studi sulla spiritualità
medievale, 22), pp. 157-181.
[22]
III, 84.
[23] III, 109, 4: «Scribit Eutropius…».
[24]
A. Campana, Il codice ravennate
di s. Ambrogio, IMU, 1 (1958), p. 60 nota
2.
[25]
Liber Grossus Antiquus Comunis Regii (“Liber Pax Constantiae”), a c. di F. S. Gatta,
Deputazione di storia patria per le antiche province modenesi, Sez. di Reggio
Emilia, V, 1962, pp. 198-201, atto del 20 mag.: «… Ricobaldus condam Bonmercati
de Feraria, imperiali auctoritate notarius…»; pp. 202-05, atto del 28 lug.: «…
Ricobaldus condam Bonmercati de Feraria, dicti domini vicarii notarius…».
[26]
G. Gullotta, Gli antichi
cataloghi e i codici della Abbazia di Nonantola, Città del Vaticano,
Biblioteca apostolica vaticana 1955 (Studi e testi 182), pp. 81 e 143: cat. del
1331: n. 83 4) (f. 260) «Incipit Chronica S. Prosperi, Regensis ep.» che
inc.:«Adam cum esset annorum ducentorum triginta genuit Seth» e expl. (f.
280):«in perpetuum perdit (corr. in perdat) auctorem». Membr. miscell. di ff.
286, mm. 370x250, minusc. carolina, di diverse mani, tit. in elegante capitale
libraria e le lettere iniz. grandi ornate e dipinte, del sec. X-XI. Da
Nonantola al Sessoriano o di S. Croce di Gerusalemme di Roma e di qui alla
Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma dove ha la segn. Ms. 1267 (Sess. 33).
[27]
Ibid., p. 34 e p. 50: catalogo del 1166 n. 26; pp. 83 e 163: cat. del 1331 n.
101. L’inc. (De iniciis malorum) non è l’inizio delle Historiae ma doveva essere il titolo del cap. I, mentre
l’expl. (iudicata si delesas) è proprio la fine; pp. 260 e 303: cat. del 1464:
n. 130. L’inc. (Preceptis tuis) e l’expl. della penultima carta (eum promovere)
corrispondono; pp. 371 e 452: cat.
del 1464-90: n. 150. L’inc. (Preceptis tuis) è ancora quello ma l’expl. è
Antichristi; ultima inc. nobilitatem et fin; in libro quinto; quindi risulta
mutilo.
[28]
Ibid., pp. 249 e 283: cat. del 1464: n. 38. «liber vocatus Glosarium, in
membranis, qui incipit: «A, litera in omnibus gentibus» et finit, in penultima
carta: «partem accipitur». Quindi incominciava dopo il prologo (corrisponde);
l’expl. invece si trova quasi simile nella spiegazione della voce Zelus e quindi era mutilo in fine; p. 378: cat del
1464-90: n. 231: «Item unus vocabulista, in cartis membranis, cum alvis
antiquis et fractis, cuius prima carta inc.: «Aliter et in omnibus»; penultima
inc.: «yperbolem» et finit:«in bona parte acipitur». Sono simili a questo i Vatt. Latt. 1461-67 ed
il Cavense 14, per cui vedi G. Goetz,
De Glossarium origine et factis, Lipsiae
et Berolini, Teubner 1923, pp. 172 ss.
[29]
Ibid., pp. 6 e 14: cat. del 1002-35: nn. 16-17: Historia romana e alia H. r.
uno die quali forse corrisp. al pp. 82 e
162-63: cat. del 1331: n. 100: «… Romane Istorie…». è il cod. n. 15 della Bibl. inglese di A. Chester Beatty
accertato come nonatolano. Fu portato in Inghilterra, prima nella Bibl.
Phillipps, a Cheltenham, dove aveva il n. 3075. Cod. membr. miscell., di ff.
3+111 - di cui ognuno è di 27 rr.-, del sec. IX o X di «7/8 in.x6 in.», minusc.
carolina; acefalo del primo quaternione: contiene: 1) alcune costituzioni degli
impp. Valentiniano, Teodosio ed Arcadio 2) Breviarium ab Urbe condita Eutropii
(libri I-X) cum additamento Pauli Diaconi (XI-XVII). Il l. I inc. «Primus in
Italia» e il X fin. «Explicit liber X, continua Hucusque Historiam Eutropius
composuit, cui tamen Aliqua Paulus Diaconus addidit. Incipit liber undecimus.
Inc. Anno ab Urbe condita». Il XVII inc. «Incipit liber XVII quem ex VVinulorum
decerpsimus a prefato quae constat auctore edita, inc. Quum iam, ut premissum
est». 3) Serie degli imperatori romani da Augusto a Leone III isaurico; inc.
«Augustus regnavit annis LVI» e fin. «Leo regnavit annos Constantinopoli VIIII»
4) serie dei re longobardi, inc. «Hi prefuerunt genti vvinulorum hoc est
langobardorum ed expl. Rothari in regno adeptus est». (il cod. nonantolano
terminava qui).
[30]
Ibid., pp. 163-67: n. 102 del cat. del 1331 ora Cod. Ott. lat. 2359 della Vat
del secc. X-XI.
[31]
Ibid., n. 124 del cat. del 1331.
[32] G. Cencetti, Scritture e circolazione libraria nei monasteri benedettini, ora in Libri e lettori nel Medioevo. Guida storica e critica, a c. di G. Cavallo, Bari, Laterza 1977, pp. 267-68 nota 14.
[33] Hankey, Riccobaldo of Ferrara: His
Life…, pp. 19-20.
[34]
Da cui trae Riccobaldo per una larga parte dell’ultimo libro, e non da un Breviarium
Mileti della Marciana di cui dice Hankey, Riccobaldo of Ferrara: His Life…, pp.
17, 19.
[35] Hankey, Riccobaldo of Ferrara: His
Life…, p. 66.
[36]
Ibid., pp. 20, 77.
[37]
G. Zanella, Gli Estensi nella
storiografia coeva (secoli XIII-XIV),
«Terra d’Este», 2, 4 (1992) [1993], pp. 65-69.
[38] Ricobaldi Ferrariensis Compendium Romanae Historiae edizione A. T. Hankey, Roma, ISIME 1984 (FSI 108) p. XXI nota n. 28: «secondo la cronologia che propongo non avrebbe avuto il tempo in quegli anni».
[39] A. F. Massèra, L’autenticità della “Cronica Parva Ferrariensis”, in «Archivio muratoriano» I, 10(1911), pp. 549-65.
[40] G. Zanella Riccobaldo e dintorni. Studi di storiografia medievale ferrarese Ferrara, Bovolenta 1980 (I presupposti 5), p. 21; Zanella, schede relative a Ferrara in Repertorio della cronachistica emiliano-romagnola (secc. IX-XV) Roma, ISIME 1991 (Nuovi studi storici 11), p. 174.
[41] G. Zanella, Note cronistiche del cremonese Gasapino Antegnati (sec. XIII-XIV) da un manoscritto del Pomerium Ravennatis Ecclesie di Riccobaldo da Ferrara, Cremona, Turris 1991, p. 13. Probabilmente la Hankey non ha ritenuto di tener conto di quel lavoro né delle mie osservazioni alla sua edizione del Compendium: G. Zanella, Note all’edizione Hankey del Compendium di Riccobaldo, in Varietà d’harmonia et d’affetto. Studi in onore di Giovanni Marzi per il suo LXX compleanno, Lucca, Libreria Musicale Italiana 1995 (Studi e testi musicali, n. s. 5), pp. 63-89.