Note

* Presentato a Messina il 24 ottobre 1987 nell'ambito del convegno internazionale di studi sul tema «La storiografia umanistica'.
1. G. Bertoni, La Biblioteca estense e la coltura ferrarese ai tempi del duca Ercole I (1471-1505), Torino, Loescher 1903, pp. 28-29; W. L. Gundersheimer, Ferrara. The Style of a Renaissance Despotism, Princeton (New Jersey), Princeton University Press 1973, p. 167.
2. Napoli, Ricciardi 1943; rist. Milano 1970; su cui vedi D. Hay, Storici e Rinascimento negli ultimi venticinque anni, in Il Rinascimento. Interpretazioni e problemi, Bari, Laterza 1979, pp. 34-36.
3. Unico rappresentante "ferrarese" degno di ricordo per il Fueter era Pietro Cirneo, corso d'origine e veneziano di formazione culturale (ivi, p. 60). Dopo il 1500 misero spazio è dedicato, tra i ferraresi, al solo Lilio Gregorio Giraldi, del resto classificato come rappresentante della «decadenza della storiografia umanistica' (pp. 161-62).
4. Loc. cit. nota n. 66. L'unico lavoro a lui dedicato è quello di A. Rotondò, Pellegrino Prisciani (1435 ca.-1518), in «Rinascimento', 11 (1960), pp. 69-110, con l'indicazione (incompleta) dei manoscritti, che tuttavia si occupa solo marginalmente delle Historie. Qualche estratto è stato stampato in L. Vischi, Estratti della storia ferrarese, in «Monumenti di st. pat. per le prov. modenesi', 15 (1888), pp. 351-76; Il regesto di una lettera è stato pubblicato in U. Dallari, Carteggio tra i Bentivoglio e gli Estensi esistente nell'Archivio di Stato in Modena, in «Atti e Mem. Dep. di st. pat. per l'Emilia Romagna', s. 3, 19 (1900-01), n. 351, pp. 247-48. Cenni sparsi in F. Borsetti Ferranti Bolani, Historia Almi Ferrariae Gymnasii, 2, Ferrara, Pomatelli 1735, pp. 124-25; [G. Baruffaldi] Iacobi Guarini, Ad Ferrariensis Gymnasii Historiam per Ferrantem Borsettum conscriptam Supplementum, et Animadversiones, 2, Bologna, Martelli 1740-41, pp. 36; L. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, 2, Ferrara 1793, pp. 26-30; D. Marzi, La questione della riforma del calendario... Firenze 1896, p. 23 (alla nota 1 riferimento ai manoscritti modenesi degli Annales Ferrarienses); A. Luzio - R. Renier, La cultura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, in «Giorn. st. d. lett. it.', 18 (1900), pp. 252-57; Bertoni, La Biblioteca, ad indicem; A. Warburg, Gesammelte Schriften, 2, Leipzig-Berlin 1932, pp. 479-81; L. Thorndike, A History of Magic and Experimental Science, New York 1934, 4, pp. 467 sgg.; 5, p. 168 (alla nota 36 l'indicazione di una manoscritto di Dresda) e sgg.
5. A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara raccolte da A. F. con giunte e note del Con. Avv. Camillo Laderchi, seconda ed., Ferrara, Servadio 1847-48, voll. 5; rist. anast. Bologna, Forni 1975.
6. R. Sabbadini, Vita di Guarino, Genova 1891; Sabbadini, Vita di Giovanni Aurispa, Noto 1891; Sabbadini, La scuola e gli studi di Guarino Guarini Veronese, Catania 1896 (gli studi su Guarino riediti anastaticamente col titolo Guariniana 1. Vita di Guarino Veronese. 2. La scuola e gli studi di Guarino Veronese, a cura di M. Sancipriano, Torino, Bottega d'Erasmo 1964); tra i numerosissimi studi dedicati a Ferrara da A. Venturi ricordo qui solamente L'arte a Ferrara nel periodo di Borso, Torino 1886; per il Bertoni vedi supra la nota n. 1; E. Garin, Guarino veronese e la cultura a Ferrara, in Garin, Ritratti di umanisti, Firenze, Sansoni 1967, pp 69-106. Indispensabile oggi il lavoro del Gundersheimer cit. Non costribuisce invece ad alcuna sostanziale novità A. Piromalli, La cultura a Ferrara al tempo di Ludovico Ariosto , Roma, Bulzoni 1975.
7. P. O. Kristeller, Iter italicum, I-II, London-Leiden, The Warburg Institute-Brill 1965-67; ad indicem. Ma neppure un cenno al Prisciani in un volume che si intitola The Renaissance in Ferrara and its Europeans Horizons, ed. L. Salmons; Il Rinascimento a Ferrara e i suoi orizzonti europei, cur. W. Moretti, Cardiff-Ravenna, University of Wales Press-Ed. del Girasole 1984.
8. Tutto ciò è narrato dal Prisciani stesso nel proemio all'opera: «... iuvenis ego pungentibus calcaribus illis in modum pulli equini nimium pressus et exagitatus circum vicinas nobis non modo civitates, Veronam scilicet, Mantuam, Paduam, Venetias, Bononiam, Ravennam et reliquas omnes, sed longiquas plurimas adivi, et Papiam, Mediolanum, et Albam Pedemontanam ac Romam tandem, bibliothecasque illas, ac publicarum armaria, et archivos regios miscui, et sic tamquam vir hortulanus pluribus ex pratis multis et quidem redolentibus pluribus collectis calathos implevimus, et calamo semper comitati patrie nostre facta simul atque dicta, plurime instituta, et ordinationes etiam in antiquissimas, et in primordio urbis que apud illos sic diffusa erant diligenter domum redivimus... que ab primis etiam ut diximus fundamentis et patrie et maiorum nostrorum originem, et res gestas recensuimus, et in unum que sic dispersa erant apud antiquos etiam historiographos, et hebreos, grecosque ac latinos redigere incepimus, licet confusi... cum pro finibus rodigiensis polinisii terminandis pace iam ultima hac facta, Venetias eundum nobis esset celsitudinis tue nomine ducalis archivii tui, episcopique nostri et nonatulane abbatie secreta penetravimus, armariaque omnia et capsas aperuimus, vetustissimasque et plurimas tabellas longobardis etiam elementorum characteribus conscriptas revolvimus, privilegia romanorum imperatorum, pontificumque, ac regum, comitumque longobardorum multa vidimus, successsusque rerum varios, ut fortuna vices voluerunt, bella, paces, percussaque federa et sententias etiam imperatorias, regalesque dominorum aliorum prospeximus, antiquo processus litium, et causarum plurimarum et testium dicta notabilia didicimus, ac testamenta, et illustrissimorum maiorum tuorum et principum, regumque nonullorum, et ferrariensium ducum...'.
9. Bertoni, La Biblioteca, cit. 28, 31-32.
10. Il Prisciani si lamenta nel 1485 che sia introvabile nella biblioteca «la historia sive Cronica grande de Riccobaldo la qual tanto ho cercato per mare et per terra' (Bertoni, La Biblioteca, cit., p. 67). Un evidentissimo ricordo del Pomerium riccobaldiano è nel capitolo XXXIV del libro primo delle Historie: «...et dultiores etiam Pomerii huius nostrii fructus adferat'.
11. Curioso, perchè nella biblioteca doveva già esserci dal 1471 la traduzione del Panetti, che ancora oggi è conservata all'Estense di Modena (Bertoni, La Biblioteca, cit., p. 43).
12. Bertoni, La Biblioteca, cit., pp. 58-59.
13. Attribuite al Petrarca non sono sicuramente opera sua, cf. P. Santini, Quesiti e ricerche di storiografia fiorentina, Firenze 1903, pp. 36-51; A. Del Monte, La storiografia fiorentina dei secoli XII e XIII, in «Bullettino dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo e Archivio muratoriano', 62 (1950), pp. 185-86.
14. G. Billanovich - E. Pellegrin, Una nuova lettera di Lombardo della Seta e la prima fortuna delle opere del Petraraca, in Classical, Mediaeval and Renaissance Studies in honor of Berthold Louis Ullman, ed. Ch. Henderson Jr., II, Roma, ed. di storia e Letteratura 1964, pp. 215-36.
15. Tra le sue fonti il Prisciani nomina la Cosmographia di Strabone; uno Strabone in volgare era stato scritto da Lorenzo "fiorentino" nel 1471 per Alberto d'Este (Bertoni, La Biblioteca, cit. p. 37), ed era regolarmente inventariato nella biblioteca di Ercole I nel 1495 (ivi p. 250); fino all'8 maggio 1470 Scipione Fortuna scriveva «che nela thore [di Rigobello, dove era l'archivio e la biblioteca] non gli ho libro niuno greco et non gli ebi mai' (ivi p. 259).
16. Splendido esempio di utilizzazione documentaria è costituito dal processo contro l'eretico Armanno Pungilupo, salvatoci proprio dalla trascrizione che ne fece il Prisciani, aggiungendovi qualche commento, ed altri documenti: è una larga anticipazione del tipo delle Dissertationes muratoriane; vedine la trascrizione completa in G. Zanella, Itinerari ereticali: Patari e Catari tra Rimini e Verona, Roma, Istituto storico italiano per il Medio Evo 1986 (Studi storici 153), pp. 48-102.
17. Nella biblioteca ducale, oltre ai libri e documenti erano conservati anche altri oggetti, armi, tappeti, arazzi, un mappamondo (Bertoni, La Biblioteca, cit., p. 32). Per i materiali geografici e la sensibilità della corte in proposito vedi in generale C. Greppi, Una carta per la corte: il viaggiatore immobile, in The Renaissance in Ferrara..., cit., pp. 199-222.
18. Non posso non ricordare il prologo al Pomerium di Riccobaldo (adopero il testo che predispongo per l'edizione critica): «Ait enim Apostolus:"Quecumque scripta sunt, ad doctrinam nostram sunt scripta". Cato etiam morum magister: "Multorum disce exemplo que facta sequaris, que fugias, vita est nobis aliena magistra". Cicero quoque ait: "Rerum imperiti, qui uniuscuiusque rei de rebus ante gestis ponere exempla nequeunt, hii facillime delabuntur in fraudem, at ii qui sciunt quid aliis acciderit, facile possunt ex alieno eventu suis rationibus providere"'. Debbo aggiungere che le preoccupazioni di stile, presenti in Riccobaldo («Hoc siquidem opere tuo punctum omne habetur, nam utile miscet dulci. Proinde si qua eleganter dictata reperies, scito quod non ex meo ingenio manaverunt...'), mancano totalmente in Prisciani: Riccobaldo nel 1300 è più "umanista" di Prisciani nel 1500!
19. Citata anche come Annales nostri antiquissimi o primi annales nostri, il cui autore gli rimaneva ignoto; ho stampato tutto il materiale tratto dalla Parva in Riccobaldo da Ferrara, Chronica parva Ferrariensis , Introd., ed. e note di G. Zanella, Ferrara 1983 (Dep. prov. ferr. di st. pat., s. Monumenti 9), pp. 200-09.
20. Ed. C. Antolini, in «Atti e Mem. della Dep. prov. ferr. di st. pat.', s. I, 12 (1900), pp. 19-71.
21. Ed. in RIS 18 (1731), coll. 905-1092.
22. Ed. cit. supra alla nota n. 19.
23. J. Burckhardt, La civiltà del Rinascimento in Italia, Firenze, Sansoni 1968, pp. 221-22.
24. E. Garin, Medioevo e Rinascimento. Studi e ricerche, Bari, Laterza 1976, pp. 154-55. Di questo atteggiamento mentale è frutto anche la valutazione che della vicenda di Armanno Pungilupo dà il Prisciani: «... de qua quid sentiant alii dicant ipsi, cum nobis hoc unum confiteri sit necessarium: Armannum silicet defunctum hereticum quamvis claruisse miraculis pluribus, et Deus omnipotens est sapientior' (Zanella, Itinerari ereticali, cit., p. 90).