| | governante, e testimonia proprio con i suoi trattati e sermoni che ne siamo lontanissimi. E oltre l'invocazione, per quanto accorata, nessuna proposta concreta. L'invito ai personaggi eccellenti è in realtà indifferenza urbana. Gli eretici fanno parte di questa minoranza cittadina, e ad essa si rivolgono. Non ottenendo ascolto dalla parte prevalente fanno un'opzione diversa: non affollano le chiese, non infoltiscono le schiere dei religiosi, che sentono estranei alla loro tensione esistenziale e sociale. Procedono per tentativi, per lo più con scelte personali e quotidiane, più facili da attuare. Non preghiera, ma operatività. Qualche volta le scelte personali si impongono ad un gruppo, hanno vita e presa più ampia. Quando il "modello" brilla, la sua "eresia", scelta religiosa, appare in tutta la sua incontrovertibile forza sociale. Il suo comportamento in vita è compiuta e gratificante visione del mondo e dei rapporti umani, fondata su di un'esplicita volontà di solidarietà. La mistica è ignorata, ma il miracolo rinfranca ed avvalora e moltiplica la forza del modello. Il simbolo di una Chiesa viva è credibile diviene l'eretico che nel suo operare è tangibile e persuasivo. Religiosità Ma è proprio religiosità? Il bisogno sociale di identità cristiana che si esprime nei movimenti settari è l'esatto opposto della spiritualità, ne èla negazione". La setta, ereticale nella fattispecie - ma essendo comunque scelta "cristiana" non è consapevolmente e volontariamente "setta" -, misura proprio l'identità di fede dei suoi aderenti. Può sembrare un paradosso, ma se ci si sente veri cristiani facendo cose diverse da quelle volute dalla gerarchia ecclesiastica, non per contestare la gerarchia, ma perché la si sente inadeguata a perseguire gli stessi scopi per i quali essasi presenta attiva, la contestazione di quella identità religiosa, e sociale, è formulazione della necessità di una diversa identità religiosa, e sociale. Perché Dio non lo ha mai visto nessuno, si legge nel vangelo di Giovanni, e le buone piante si riconoscono dai loro frutti, dice Cristo. Si può parlare di Dio, ma ci si salva solo vivendo tra gli uomini. Ha detto Merlo dell'eretico Armanno Pungilupo: "per lui non è in giuoco un'ortodossia tutta giuridica e intellettuale, sono in giuoco i valori profondi di una religiosità che deve esprimersi in atti di bene, indipendentemente dalla collocazione sociale e "ideologica" dei destinatari degli atti. | | |