| | atti del papa e degli "alii de Romana Ecclesia" alla loro coerenza con i "mandataChristi": se questa coerenza c'è essi sono i capi della chiesa, altrimenti no. Si rifletta sul fatto che non sono pochi i casi in cui risulta chiaramente ed esplicitamente che la gente aveva accettato un eretico senza in realtà capire e ritenere nulla di quanto diceva sul piano dottrinale, al punto che non se ne ricordava nulla: Ansalon Rolandini, interrogato dall'inquisitore dicit quod nescit explicare et dicere illa que predicabant et docebant. Tamen credebat eos bonos homines et amicos dei et quod darent bonam et veram doctrinam et credebat verbis eorum 6. Credibilità Credibilità dell'individuo, pocacredibilità dell'istituzione: questo è il vero nocciolo, ed il vero, profondo, enorme pericolo ereticale. L'ammissione di modi di vita non previsti e non controllati dall'istituzione avrebbe messo inevitabilmente in crisi tutto il funzionamento del potere. Del potere religioso, prevalentemente, si badi. Per quanto gli organismi comunali fossero tempestati di continuo dalla cancelleria pontificia che li invitava a perseguire gli eretici, il recepimento di quelle direttive fu a lungo molto tiepido, ed anche quando la legislazione antiereticale divenne corrente nei provvedimenti cittadini non mancarono le riserve ed i contrasti per la loro applicazione. Gli eretici rimasero nella leggicomunali contro di loro un pericolo assolutamente generico: una generica previsione normativa riferiva al podestà la punizione di eretici, sodomiti, girovaghi, saltimbanchi, meretrici, adulteri ed alchimisti. Il fatto è che i nostri eretici, altro che essere emarginati, sono invece perfettamente integrati nella società cittadina,per quanto personalmente "a disagio". Gli statuti di Verona e Treviso prevedono la distruzione delle case abitate dagli eretici; quelli di Verona anche il bando dalla città e dal distretto dei sospetti. Eppure mai finora è stato possibile documentare l'attuazione di queste norme. Multe sì, in sovrabbondanza, ma distruzione delle case no. Ed un altra prova evidenteè dato dal fatto che molte in tutta l'Emilia e la Romagna sono le sollevazioni popolari cittadine contro l'accanimento dell'inquisitore nei confronti di alcuni 6R. ORIOLI L'eresia a Bologna fra XII e XIV secolo. II. L'eresia dolcinianaRoma 1975 (Studi storici 93-96) 116. | | |