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Gabriele Zanella

culturale e conseguentemente istituzionale. Il ruolo dell'inquisizione, più che efficace nella repressione, lo fu nel togliere ogni spazio a qualsiasi pratica di pietà religiosa, che fu regolamentata e monopolizzata dalle confraternite parainquisitoriali. Su questo piano, e non certo su quello dottrinale, dove non c'era da impegnarsi a fondo, stante il modestissimo patrimonio dottrinale del catarismo, l'istituzione ecclesiastica ebbe il sopravvento, per la sua capacità di "prevedere" ogni comportamento in merito.
Gli eretici hanno scelto di muoversi su un terreno diverso: quello della religiosità popolare, e sono stati costretti a farlo nell'impossibilità di imboccare altre strade. Vicino a questa conclusione arrivava anche chi, come Raoul Manselli, era partito da posizioni tutto sommato - non suoni scandalo - di apologetica eterodossa, quelle moderniste di Raffaello Morghen. Infatti Manselli, nella riedizione del 1975, si ponga attenzione alla data, dei suoi Studi sulle eresie del secolo XII, scriveva: "Tutto quanto abbiamo fin qui detto, c'induce a proporre - e lo facciamo in questa sede per la prima volta - l'eresia catara come la manifestazione, sul piano religioso, dell'inquietudine esistenziale di una larga parte delle masse, specialmente urbane, tra i secoli XII-XIV, in relazione alle difficoltà d'ogni genere, sociali, economiche e politiche relative alla formazione di una nuova società, quella che sarà poi la società del Quattrocento e dell'età moderna. Questo movimento... - proseguiva poi Manselli - raccoglie e, per molti aspetti, mette in evidenza il malessere vario, diffuso, molteplice d'una società che faticosamente, tormentosamente, spesso tra lotte non di rado anche sanguinose, si viene costruendo le sue articolazioni, le sue nuove forme di vita in un incessante travaglio, nel quale vengono eliminate direzioni sbagliate, tentativi vari ed inutili, speranze mal riposte o addirittura infondate, mentre i partecipi di questo processo di trasformazione n'avvertono - e spesso ne soffrono in prima persona e direttamente - tutta la durezza e spesso l'indifferente crudeltà"
5.
Se dunque la cifra più vera dell'eresia è non la loro "rivolta sociale" ammantata di religiosità,di cui parlava a suo tempo il Volpe e coloro che con varianti di ispirazione fondamentalmente

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R. MANSELLI Studi sulle eresie del secolo XII Roma 19752(Studi storici 5) 309-10.

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