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Gabriele Zanella

Ecclesiaedai condizionamenti posti dal mondo laico, gli eretici sono coloro che di quest'enorme processo sono incapaci di fare consapevolmente parte. Tutto è stato dalla Chiesa minuziosamente previsto, dalle forme di pietà al ruolo gerarchico di chi deve guidare alla salvezza agli stessi principi informatori dell'operare pubblico ed individuale. Ed a quel modello si sono ispirati e stanno attuando le nuove forme di potere laico, i signori ed i comuni, così che la razionalizzazione di ogni attività è la bandiera sotto la quale in generale chi ha potere decisionale milita. Non c'è più spazio, o è fortissimamente ridotto, per iniziative che non rientrino in questa quadro generale. Ma non tutti riescono a tenere il passo. Molti sono coloro che si sentono soffocati dalla rigidità che ingombra il vivere religioso e civile, non ci si ritrovano, giudicano insopportabile la moltiplicazione della gabbiedi comportamento e di iniziativa, rivendicano al contrario l'estrema semplificazione dei criteri, considerano incomprensibili le sottigliezze dottrinali, l'impalcatura per lo più formale, appariscente ed ammantata di ostentazione degli ordini religiosi, aspirano a forme di associazione e di incontro più libere, non codificate preventivamente, che lascino spazio all'estrema variabilità delle forme dell'esistenza, e che si limitino a tener fermo solo ciò che è essenziale: la semplicità del messaggio evangelico, l'essenzialità del culto e delle forme di vita tipiche della chiesa delle origini, da ripetere nella sollecitudine fraterna, nell'esercizio della carità nei confronti dei più deboli per collocazione sociale, per ricchezza, per salute fisica, perla loro complessiva marginalità generale. Allora chiaramente intendiamo chi sono gli eretici, e ci diamo ragione del giudizio del Borst, di quanto colga perfettamente nel segno.
Ormai è definitivamente tramontata l'idea di chi, come Gioacchino Volpe, pensava che sotto l'eresia si agitassero fermenti e rivendicazioni sociali e politiche. Quasi mezzo secolo di indagini sul campo hanno dimostrato come senza ombra di dubbio non è in alcun modo possibile stabilire una stretta relazione tra ambienti e ceti ed eresia. Che è assolutamente interclassista ed ubiquitaria. Annovera tra le sue fila la nobildonna ed il contadino, il commerciante e l'artigiano ed il banchiere, il cittadino ed il campagnolo. Si sono spese tante energie e fatiche per analizzare il

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