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Educazione e cultura

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di eresia e di eretico comunemente accettata, con accentuazione volta a volta della pervicacia, l'ostinazione, di un vizio di fondo, della negazione dell'autorità, della non omologazione religiosa o sociale dell'eretico, ma in maniera nettissima soprattutto la stessa prassi inquisitoriale, estremamente incerta nelle linee da seguire e mai impostasi senza contrasti anche interni. L'eresia è un mostro dalle cento facce - alcune delle quali sono anche il turpiloquio, la sodomia, l'usura e l'appartenenza alla razza ebraica - che solo nella razionalità di un trattato può acquistare un aspetto credibile, ma soprattutto "conoscibile". Bernard Gui, il terribile inquisitore de "Il nome della rosa", è tutto teso a codificare ciò che a noi sempre più sembra difficilmente codificabile. Lo provano, ad esempio, i rimproveri mossi agli inquisitori da parte papale di perseguitare gli antichi nemici politici, di malversazione, di nepotismo, di mirare alla confisca dei beni dei condannati, e lo provano le numerose rivolte popolari contro l'operato degli inquisitori di cui abbiamo notizia.
Quindi labilità dottrinale, itinerantismo, forme di pietà e di culto diverse da quelle previste dall'istituzione cattolica, marginalità come caratteristiche salienti dell'eresia? Non c'è chi non veda come siano queste caratteristiche ben pocosignificative di una specificità religiosa o sociale o antropologica. Quanti nel Medioevo risultano ai margini, viaggiano in continuazione senza una meta, si comportano diversamente da come si è previsto, hanno scarsa dimestichezza con il rigore del pensiero e della fede, e non risultano eretici! E tutto si complica ulteriormente se si considera che ormai è acclarato che più che di catarismo si deve parlare di catarismi, più che di valdismo di valdismi, tali e tante sono le varianti registrate, dai più antichi polemisti fino allo studioso contemporaneo a loro riguardo.
Ed allora?
Sembra indubitabile che quello che fa di uno "stravagante" un eretico è la sua a-funzionalità religiosa e sociale. Infatti, è proprio questo che rimprovera Salimbene de Adamagli eretici, quello che rileva Walter Map nei confronti di Valdo, ed in genere i redattori dei manuali inquisitoriali. Dopo il gigantesco sforzo operato dalla Chiesa tra il secolo XI ed il XIV di razionalizzazione delle strutture ecclesiastiche, in nome di una rivendicata libertas

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