| | Ancora più difficile enucleare i principi dottrinari dei dolciniani, che in pratica si esauriscono nella volontà del capo, Dolcino appunto, di non sottostare alle ingiunzioni delle gerarchie ecclesiastiche. Gli eretici furono avvertiti, non subito, come un pericolo. Nei primi anni furono i vescovi a farsi carico di ricercare gli eretici, cercare di convincerli, eventualmente punirli. Ma la percezione del pericolo crebbe a tal punto che si pensò ad un organismo dedicato: nacque così tra 1231 e 33 l'inquisizione monastico-papale, che sostituì del tutto quella vescovile. Gli inquisitori, di solito due per ogni circoscrizione ereticale, dovevano render conto esclusivamente al papa, ed erano quindi assolutamente liberi di muoversi nelle diocesi, svincolati com'erano dalla giurisdizione vescovile. Il nuovo officio della fede venne affidato ai nuovi ordini mendicanti, francescani e domenicani, che davano maggiori garanzie, per cultura, per fedeltà al papato, perché potevano contare sui già numerosi conventi del loro ordine come basi di appoggio, e sull'aiuto dei loro confratelli. La famiglia inquisitoriale, composta da almeno un notaio, e da diversi servi, si muoveva incessantemente alla ricerca degli eretici, ovunque anche un accenno generico poteva far pensare che vi fosse qualche cosa di eterodosso. Non sempre la ricerca aveva esito positivo, anzi.... Una volta sentito il sospetto, e una volta convinto dell'eresia, l'inquisitore comminava la pena relativa. In qualche caso, raro, molto raro, il rogo, nella stragrande maggioranza dei casi una multa, il cui ricavato, prevedevano chiaramente le costituzioni pontificie, doveva esser diviso in tre parti: una per le necessità dell'inquisitore e della sua famiglia, una per la corte papale, una per il comune che avesse fornito aiuto all'inquisitore, per custodire i prigionieri (il Medioevo non ha conosciuto il carcere come istituzione permanente), per il vitto degli inquisiti, eventualmente le cavalcature, o la legna per il rogo. Cultura sugli eretici e cultura degli eretici Ricordate queste premesse affrontiamo decisamente il tema. Se la distinzione tra cultura suglieretici e cultura degli eretici appare preliminarmente fin troppo ovvia e banale, si dovrà tener conto che, per quel che riguarda in generale gli eretici italiani del basso medioevo, tutto quello che siamo in grado di recuperare a propositodella seconda è possibile solo utilizzando | |